martedì 15 gennaio 2019

Diritti umani e doveri verso il prossimo

Abbiamo celebrato il 10 dicembre scorso il cinquantenario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Sia Mattarella che Francesco hanno ricordato l'anniversario nei loro messaggi per la Giornata mondiale della Pace.
Mi ha piacevolmente colpito il fatto che entrambi - il secondo citando Giovanni XXIII (Pacem in terris 24) - non si accontentino di parlare di diritti, ma ricordino anche i doveri.
L'educazione ai doveri e alla responsabilità, secondo me, è uno dei fattori decisivi per il mondo moderno (vedi qui, qui, qui, per esempio). L'ho sempre pensata così, ma avevo sempre avuto un concetto un po' più indiretto della relazione tra diritti e doveri, del tipo: ok, la salute è un tuo diritto, ma ricordati che hai anche dei doveri, tipo pagare le tasse.
La riflessione sui diritti umani mi fa intuire una relazione più immediata: se il diritto alla libertà di parola è un diritto umano, quindi è diritto naturale di tutti, è dovere di ciascuno di noi non impedirlo ad alcuno, anzi lavorare per garantirlo. Al mio diritto di parola si accompagna obbligatoriamente (per via dell'universalità del diritto stesso) il dovere di non zittire nessuno. Il diritto a non essere discriminato comporta il mio dovere a non discriminare. Ogni diritto considerato "umano fondamentale" comporta il mio dovere a 1) non impedirlo e 2) renderlo fruibile anche a qualcun altro.
Se ritengo di avere il diritto alla salute, ad essere curato, non posso ritenere che qualcun altro (per esempio l'immigrato) non debba essere curato.

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