venerdì 8 giugno 2018

Post pre elettorale (2)

(prosegue da qui)

Quindi per valutare un programma bisogna valutare anche il pregresso, e per due candidati su quattro lo si può fare a ragion veduta, visto che sono stati sindaci per 16 degli ultimi 17 anni. E in questo confronto - l'ho già scritto - l'amministrazione Sarnico batte l'amministrazione Prandelli tanto a poco.

Certo aiuterebbe se quando si dice "condivido al 90% quello che avete fatto, secondo me per il 10% potevate fare diversamente/meglio" la risposta fosse "grazie per l'apprezzamento, terremo conto dell'osservazione" e non "no ma guarda che sei tu che non hai capito, anche su quel 10% abbiamo ragione noi"**. Voler avere ragione su tutto porta anche a perdere tempo su impuntature inutili, come nel confronto tra i sindaci quando Sarnico (in una serata per il resto ben gestita) ha buttato 10 minuti della domanda su sport e cultura a polemizzare con il sindaco di Travagliato - che non poteva né intervenire né replicare, della serie "ti piace vincere facile" - fino ad affermare cose balzane come "un ricorso è un atto amministrativo normale, come una delibera". Così invece di sfruttare un tema forte (il lavoro di biblioteca e Chiodelli in questi anni è stato esemplare) si è incartato in una polemica incomprensibile a chi non è già addentro la cosa (nella mia zona di teatro in molti ci siamo guardati chiedendoci "ma di cosa sta parlando?"). Mi pare lo stesso atteggiamento tenuto nelle polemicuzze sull'accordo Esselunga con Antonini (vedi nota * qui) e in questi giorni sull'utilizzo delle ex Piscine: arrampicate su vetri, pignolerie, distinguo su argomenti marginali. Perdite di tempo.

Certo anche nella specialità "arrampicata su vetri" Prandelli batte Sarnico tanto a poco: basta vedere le giravolte sulla questione del buco di bilancio, di fronte a una certificazione della Corte dei Conti.

E questo ci porta alla vera delusione di Sarnico in questi cinque anni: non essere riuscito a distinguersi da Prandelli nei comportamenti, negli atteggiamenti. Abbiamo avuto ancora un Consiglio comunale gestito in modo monocratico (come già scrissi cinque anni fa, non serve a nulla introdurre il presidente del Consiglio non cambiano i modi e le pratiche), con le opposizioni che lamentano forzature continue dei regolamenti. Ancora litigi con assessori e consiglieri (e con i comuni limitrofi di ogni colore), ancora maggioranze risicate. Con l'aggravante del fatto che non si capisce chi comanda in quella lista: alla scorsa tornata quando mi dicevano "c'è Sarnico ma comanda Taini" non ci credevo. Oggi scopro che Taini è responsabile del "marketing" della lista (?), e con una bella voce in capitolo su programma e candidati. Non mi pare il massimo della trasparenza, per uno che non è candidato né sindaco né consigliere (leggi: non ci mette la faccia), ma sarò io che non so "come vanno le cose".
Ho notato che cinque anni fa uno dei 10 punti del programma di "Insieme per Ospitaletto" era la partecipazione, che prevedeva non solo l'edilizia (sede delle associazioni), ma anche la "creazione di strumenti di partecipazione quali il forum delle associazioni e le consulte", "istituire forme di partecipazione dei cittadini, quali le consulte permanenti e forme di partecipazione sui principali atti amministrativi" e "politiche di integrazione per i nuovi residenti". Quest'anno la parola "partecipazione" è sparita dal programma elettorale***.

Sarà anche per questo che invece Antonini ne fa un cavallo di battaglia. Il suo programma è sicuramente fatto bene, con tentativi di originalità nel bilancio partecipativo e nel rilancio di buone pratiche in uso in altri Comuni. Si vede che ci sa fare. Personalmente mi attrae molto anche per quello che scrivevo nel post più politico degli ultimi tempi: non possiamo separare le politiche dai modi con cui queste sono perseguite, dalle "pratiche relazionali", che anzi vanno ricostruite. Ho trovato molto centrata, a questo proposito, la chiosa di Antonini al termine del confronto tra i sindaci. A lungo termine, la ricostruzione di relazioni è il patrimonio più importante che possiamo fornire non solo a Ospitaletto, ma a tutti i cittadini che vi abitano, anche se un giorno dovessero andarsene.
Però anche qui c'è un però. Anche Antonini, che non conosco personalmente, deve avere un bel caratterino. Qualcuno che ha avuto a che fare con lui mi dice che è un bel "rompiscatole". La rottura con Sarnico magari è dovuta al fatto di essere due galli in un pollaio? E non riesco a togliermi dalla testa la vocina che mi dice che - se è così - potrebbe aver fatto la lista per ripicca.
E poi - purtroppo - c'è questa brutta storia del voto utile. Da una parte mi pare che farvi appello sia un segnale di debolezza. Dall'altra purtroppo questa legge elettorale - "winner takes it all" senza nemmeno il ballottaggio - rende sostanzialmente inutili i voti dati ai perdenti.

E poi c'è Ernesto Mena. Era partito presto e bene, poi si è un po' perso. A occhio la squadra mi sembra la più debole, e anche la campagna elettorale è andata al traino degli altri (vedi gli incontri con la cittadinanza elencati a pennarello, una settimana dopo tutti gli altri). Non so, magari mi sbaglio perché non frequento gli stessi ambienti, quelli di commercianti e artigiani, ma mi sembra la più debole delle quattro liste.

Previsione: sarà un voto equilibrato. Secondo me tra primo e secondo avremo meno di 250 voti. In questo caso potrebbe vincere la lista che perderà meno voti verso i concorrenti d'area.
Mi chiedo se c'è qualcuno che vota il simbolo: da una parte Ospitaletto è esploso demograficamente negli ultimi 15 anni, perciò c'è tanta gente che in teoria non conosce personalmente Prandelli, Sarnico, Mena, Antonini, i candidati. D'altra parte la popolazione è ormai stabile da 6-7 anni, e molte delle nuove famiglie hanno cominciato a integrarsi, a mandre i figli all'asilo eccetera: ormai dovrebbero essere più sgamati.
Poi c'è l'incognita di tutti quelli che hanno votato 5 stelle alle politiche, che è difficile collocare. Vedremo.

Chiudo con una curiosità: sono appena passato davanti al tabellone elettorale. Ho notato che ci sono ben 10 candidati nati a Ospitaletto (2 con Mena, 4 con Prandelli - "gente nostra" di nome e di fatto... - e 4 con Antonini): mi ha stupito.


Disclaimer: questa è la conclusione della campagna elettorale, quindi può essere che ci sia qualcuno che legga questo post e desideri commentarlo. Mia la casa, mie le regole: io ci metto nome e cognome, d'ora in poi accetterò commenti solo corredati da nome e cognome dell'estensore. Voglio sapere con chi ho a che fare. Già cinque anni fa ebbi problemi con una lista, per cui prima mi si rispondeva in un modo e senza firma, poi altri esponenti si facevano sentire separatamente, una volta anche scusandosi per l'atteggiamento dell'anonimo estensore della precedente risposta. Perciò tutti i commenti privi di un nome e cognome riconoscibile verranno eliminati.

** Atteggiamento molto PD, tra l'altro, e abbiamo visto quanto abbia fruttato alle elezioni politiche la scelta di negare ogni errore e descrivere le mirabilie del Jobs Act, della Buona Scuola eccetera, per cui ogni critica era fuori luogo, populista, sbagliata, "i dati dicono altro". Bisogna fare i conti anche con la percezione della gente, c'è poco da fare. Se le statistiche dicono che ci sono più occupati, ma l'interlocutore ha magari visto dei familiari perdere il lavoro, non gli si può rispondere "ma i dati". Se le statistiche dicono che a Ospitaletto gli immigrati regolari sono calati, ma l'interlocutore magari ha mandato il figlio a scuola e ha trovato in classe tanti extracomunitari con cui fino all'anno prima non aveva a che fare, non puoi dirgli "ma i dati": la sua percezione - che per il suo mondo è corretta - è un'altra.
*** per la precisione c'è una volta: "Partecipazione attiva alla programmazione del Piano di Zona". Direi che si parla d'altro.

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