martedì 26 gennaio 2016

Ancora sulla Voce Amica di Natale

Nota del 4/2: questo post era in origine una mail da me scritta alla redazione di Voce Amica.
Non ho ricevuto risposta, ma la mail è stata pubblicata nel numero di febbraio, senza commento alcuno.
Lascio qui la versione post (leggermente modificata rispetto alla mail per togliere la forma epistolare), che preserva quei collegamenti ipertestuali presenti nella mail che secondo me sono necessari per una lettura completa.

Ho già scritto su queste pagine di una cosa che non mi era piaciuta del bollettino parrocchiale natalizio. Proseguendo la lettura, alle pagine 12-14 si trova un articolo dal titolo L’arte rimane segno di una storia... intrisa di fede. L’ignoranza non costruisce ponti. Il pezzo, lungo e argomentato, porta sicuramente molti spunti di riflessione, alcuni dei quali centrati e meritevoli di approfondimento.
A mio parere però nel testo ci sono anche molte inesattezze, forzature logiche e persino scorrettezze che non fanno un buon servizio alla verità.
[Post lunghetto, e comprensibile quasi solo avendo sottomano l'articolo in questione.]

Tutta la prima parte dell’articolo è la riproposizione di un intervento di Alfredo Mantovano sulla Bussola Quotidiana riguardo il caso della scuola fiorentina che avrebbe annullato la visita alla mostra Divina Bellezza per non urtare la sensibilità dei non cattolici.

Questo fatto è stato smentito come una bufala sia dal dirigente scolastico che dai genitori stessi nei giorni immediatamente successivi al 13 novembre, data dell’articolo di Mantovano. Probabilmente l’equivoco è nato da un’interpretazione errata di uno dei genitori presenti al Consiglio di istituto, e da appunti e note sparse spacciati per un verbale. Nessuno ha comunque insistito nella versione originale a fronte delle smentite e della pubblicazione del verbale ufficiale della riunione, che racconta una storia ben diversa.

Mantovano non ha purtroppo ritenuto importante di commentare i nuovi fatti emersi nei giorni successivi, secondo una cattiva prassi giornalistica purtroppo molto diffusa. Sono abbastanza stupito che l’anonimo estensore del pezzo di Voce Amica non abbia avuto modo di informarsi sugli sviluppi, fatto sta che si è data una informazione non veritiera.

Anche le argomentazioni di Mantovano, a mio parere, sono in alcuni punti viziate da un eccessivo uso di iperboli, cadono nella cosiddetta “fallacia di brutta china” e non aiutano a sviluppare una riflessione serena e razionale sul problema che sta dietro il supposto caso in questione, ovvero la laicità e la sua corretta declinazione, ma tutto ciò rientra nella libertà d’opinione.

Secondo me è invece un errore logico il passaggio dalla prima parte dell’articolo alla seconda, che tratta dell’esposizione dell’opera Piss Christ di Andres Serrano alla esposizione Photolux di Lucca: si confrontano mele con pere, in quanto il caso della mostra fiorentina attiene alla sfera della laicità, mentre nel secondo caso si parla del problema della libertà di espressione (il caso è comparabile con quello delle vignette di Charlie Hebdo).

Mi stupisce la virulenza con cui l’autore si scaglia contro la Regione Toscana, che ha patrocinato la mostra come ha sempre fatto nelle altre edizioni e non certo per una scelta dettata dall’approvazione nei confronti della singola opera esposta. Tra l’altro basta dare un’occhiata al sito della manifestazione per vedere che tra i patrocinatori ci sono anche Provincia e Comune: perché prendersela solo con la Regione? Forse perché si sono usate le parole di due politici leghisti che siedono – appunto – in Regione, pedissequamente ricopiate da un articolo del Giornale? Non sarebbe il caso di citare la fonte, quando si effettuano delle citazioni così letterali?

Tra l’altro non capisco cosa c’entri l’Islam tirato in ballo dai due leghisti. Se il problema sono le foto dei fedeli musulmani, come ci informa (anche qui con un copia-incolla) il blog Quarantadue citando La Croce, allora il problema non esiste, e non si fa – di nuovo – un buon servizio alla verità nel suggerire collegamenti laddove non ci sono: Serrano e il suo crocifisso non c’entrano nulla con l’Islam, e una mostra che propone ventinove percorsi tra cui uno dedicato ai musulmani del Nord Est italiano e in parallelo uno dedicato ai cristiani in Medio Oriente non può certo essere definita “un omaggio all’Islam”.

Ma la ciliegina sulla torta è questa: è notizia del 15 novembre che l’opera controversa non è stata esposta alla mostra. Di conseguenza tutto il ragionamento, a onor del vero molto più disordinato e raffazzonato di quello di Mantovano, si basa – di nuovo – su una notizia falsa!

Quanto alla terza parte dell’articolo, nuovamente frutto di un copia-incolla, stavolta dal Fatto Quotidiano, non ci sono grosse falsità come nei due casi precedenti, ma solo una certa parzialità. Resta il fatto del diniego opposto alle mamme che volevano insegnare i canti religiosi durante l’intervallo. Riguardo a questo fatto, credo che sarebbe utile anche qui aiutare il lettore a focalizzare il problema. Per fare ciò, secondo me, è necessario mettersi dalla parte di chi non la pensa come noi. Credo che sia un utile esercizio provare a pensare a cosa avremmo ritenuto giusto fare se due mamme testimoni di Geova o musulmane avessero chiesto il permesso di entrare a scuola per insegnare inni (religiosi o meno) ai nostri figli alle elementari. Oppure se degli adulti – che magari non conosciamo personalmente – avessero chiesto il permesso di entrare a scuola per insegnare ai nostri figli alle elementari a giocare a scacchi, o altre attività non curricolari. Naturalmente poi possiamo rimanere della nostra opinione iniziale, ma credo che Voce Amica dovrebbe aiutare a riflettere, più che a indignarsi.

In conclusione, ritengo che l’articolo sia una caduta di stile per il nostro bollettino parrocchiale. Ai lettori sono state date due notizie false, e questo mi sembra grave, visto che il bollettino è la voce della Parrocchia e la gente si fida di ciò che vi trova scritto. A questo punto molti saranno convinti che le cose siano andate in un certo modo, mentre invece non è così.

Anche il tono dell’articolo in generale mi sembra poco consono: secondo me Voce Amica dovrebbe aiutare la nostra comunità a formarsi un’opinione informata e a ragion veduta, avendo in mano tutti gli elementi di ciò di cui si discute e andando oltre il singolo fatto, al cuore dei problemi. Direi che per fare ciò il passo fondamentale è problematizzare, non certo fomentare una facile indignazione, che poi può tradursi in rancore, di cui certo non abbiamo ulteriore bisogno (pensiamo alla parte sull’Islam).

Infine, trovo che sarebbe decisamente più corretto che gli articoli fossero sempre firmati e che si citassero sempre le fonti, quando si lavora di copia-incolla o addirittura si riportano dei virgolettati.

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