giovedì 11 giugno 2015

Sull'immigrazione, di nuovo

Butto giù alcuni punti di ciò che penso sull'immigrazione. In parte si tratta del riassunto di quanto avevo già scritto in modo abbastanza esaustivo qui.

  • Gli Stati hanno il diritto di scegliere chi può permanere sul proprio territorio: è una delle prerogative di uno Stato sovrano.

  • A tutela di ciò ci sono i permessi di soggiorno per gli immigrati o i visti che noi italiani dobbiamo richiedere per andare in determinati Paesi. Questi non sono soprusi inaccettabili: fanno parte del normale corso delle cose.

  • Le migrazioni (nonostante le regolazioni varie) esistono da sempre, e sempre esisteranno.

  • L'ondata migratoria di questo periodo è oggettivamente eccezionale. Pensare di fermarla è come fermare il mare con le mani.

  • Forse si può fare qualcosa per governare le modalità dell'ondata, ma credo molto poco, visto che abbiamo a che fare con uno Stato fallito al di là del mare.

  • Sta di fatto che i numeri rischiano di creare una pressione eccessiva per il nostro Paese, specie cumulandosi nel tempo.

  • E' quindi necessario che l'ondata venga smaltita a livello europeo.

  • E se gli altri Stati non vogliono? Intanto questo "smaltimento" europeo già avviene, a lungo andare: pochi profughi vogliono rimanere in Italia, dopo qualche settimana o mese molti - legalmente o illegalmente - se ne vanno in Francia, Germania o altrove. Converrebbe anche ad altri Stati avere un flusso più regolato e conosciuto invece che sottotraccia.

  • Se l'UE continua a fare orecchie da mercante, "a brigante, brigante e mezzo": si potrebbe implementare qualche metodo (permessi temporanei?) per facilitare il movimento autonomo ma legale dei migranti.

  • Zaia, Maroni, Toti, che dicono "nelle nostre regioni non c'è più posto per gli immigrati", hanno la maggior parte del torto, ma non tutti i torti. E' vero che in tutte le classifiche (numeri assoluti, percentuali, in rapporto alla popolazione eccetera) le loro regioni non sono tra le prime per accoglienza ai migranti. Però questi migranti si aggiungono agli immigrati già presenti, che sono invece moltissimi rispetto alle altre regioni (almeno per Veneto e Lombardia).

  • E' chiaro che gli immigrati sono cosa ben diversa dai migranti e dai richiedenti asilo, che molti immigrati sono pienamente integrati, eccetera. Però immigrati (o una parte di loro) e rifugiati pongono esigenze parzialmente sovrapponibili alle società che li ospitano: peso sui servizi di assistenza sociale, necessità - e difficoltà - di integrazione, allarme sociale. in questo senso non è del tutto assurdo considerare l'arrivo di nuovi rifugiati come aggiuntivo alla quantità di immigrati "problematici" già presenti sul territorio.

  • Resta poi scontato che la presa di posizione dei tre governatori è del tutto strumentale alla perenne campagna elettorale

  • Ciò detto, a me sale la rabbia quando si dice: "Stanziamo i soldi per gli immigrati, e per i poveri italiani niente".

  • Intanto la seconda parte dell'affermazione è falsa, la spesa sociale in Italia è elevata, può funzionare bene o male ma nessuno viene lasciato completamente a piedi. I soldi stanziati per i migranti sarebbero aggiuntivi a quelli già dati agli italiani.

  • Ma anche se ci fosse davvero da scegliere, non mi è chiaro in base a quale criterio tra un povero italiano e un disperato africano, durante una crisi umanitaria, sarebbe giusto fare differenze. Anzi, a voler essere molto scorretto potrei osservare che il povero italiano ha beneficiato per tutta la vita di un ambiente molto più favorevole, umano, confortevole del migrante nato e cresciuto in Africa, e quindi - al netto di problemi come disabilità o simili - di molte più possibilità di star bene e smettere di essere povero.


 

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