mercoledì 19 novembre 2014

E se avesse (un po') ragione Salvini?

Mi è stato fatto notare questo articolo su Internazionale che affronta il tema dei soldi impiegati per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Ne abbiamo anche in provincia di Brescia, e la storia dei "35 euro al giorno" ritorna spesso nelle polemiche romane e locali.
Ho sempre pensato che quella riguardante i 1000€ al mese fosse una sparata ad effetto dei populisti vari che affollano le piazze e soprattutto il web; ora si può fare qualche ragionamento con i dati forniti dall'articolo.

Sgomberiamo subito il campo da interpretazioni pericolose: la degna accoglienza dei richiedenti asilo è una necessità e un dovere di ogni Stato civile.

Detto questo, io ero convinto che la spesa indicata fosse dovuta all'assommarsi di molti elementi, anche complessi e costosi: l'assistenza sanitaria e legale, il maggior dispiego di forze dell'ordine e via dicendo.
Dall'articolo, invece, sembra che i famosi 35€ al giorno coprano solo le spese ordinarie, e non quelle speciali o straordinarie:
Questi soldi però, dai 35 ai 40 euro al giorno, non finiscono in tasca agli ospiti dei centri ma vengono dati alle cooperative, di cui i comuni si avvalgono per la gestione dell’accoglienza. E servono a coprire le spese per il vitto, l’alloggio, la pulizia dello stabile e la manutenzione. Una piccola quota copre anche i progetti di inserimento lavorativo.

Quindi, tolti dai 35-40€ i 2,50€ di piccole spese date ai singoli migranti e una piccola quota per l'inserimento lavorativo, restano almeno 30€ per l'accoglienza ordinaria.

A me sembrano tanti. Sono 912€ al mese per vitto e alloggio. La retta per il Convitto San Giorgio, in città, è di 440€ per la mezza pensione, ovvero 14,50€ circa al giorno da cui rimarrebbe fuori solo un pasto al giorno. Anche pranzando in trattoria a menù fisso si spende comunque meno di 30€ totali. Il Convitto Rosa Camuna di Edolo fa un servizio di pensione completa sulla base di 3900€ per i 200 giorni di scuola, ovvero 19,50€ al giorno.
Se poi facciamo il confronto con i prezzi degli ostelli, anche nelle grandi città si può dormire in camerate da 4-6 persone a 12-15€ a testa, e se ci si arrangia a farsi da mangiare la spesa non richiede più di 20-25€ a testa la settimana (si consideri che non ci sono spese per detersivi, manutenzione casa eccetera, a cui pensa l'organizzazione della struttura), per un prezzo al giorno di vitto e alloggio che non supererebbe i 20€.

Insomma, quello che spende lo Stato per ogni immigrato di vitto e alloggio è più di quello che spenderei io se dovessi organizzarmi una vacanza in economia, cosa che ho fatto tante volte, e sicuramente più di quello che spendono gli studenti fuori sede. E nella mia vacanza o nel soggiorno dello studente ci sono costi che lo Stato potrebbe ottimizzare (risparmiare l'IVA sulla spesa, per esempio) ed è comunque compreso anche il guadagno per la struttura ospitante.

Se si tratta quindi di sole spese vive per vitto e alloggio, quindi, 30€ sono tanti, e c'è il sospetto che qualcuno ci guadagni sopra. Ferma restando la necessità di ospitare, quindi, secondo me si potrebbe essere più efficienti. Peccato che gli unici articoli che si trovano in giro (tolta l'inchiesta di Repubblica che ho linkato, che non nega il business) siano molto di parte, da Il Giornale e Panorama a quelli della Lega e di Forza Nuova. Forse il tema non è politicamente corretto?
Naturalmente il discorso cambia se in questa quota c'è qualcosa che va oltre la pensione completa.

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