giovedì 23 ottobre 2014

Sui famigerati Pilomat (e sulla comunicazione del Comune)

Io non ci ho capito molto su questo argomento. Non ho capito quant'è il costo: si sentono cifre molto diverse, da 10mila a 100mila euro. Non si capisce a cosa si riferiscano questi prezzi: solo all'installazione dei pilomat? Al rifacimento di tutta la piazza?

Fatto salvo che mi manca un elemento fondamentale, vediamo di ragionare.

Chiudere piazza Roma al traffico è utile? L'esperimento della domenica mattina ci dice che attraversare la piazza serenamente può essere piacevole, ma ciò avveniva anche quando era la presenza del vigile a garantire l'attraversamento, anche senza transenne. I negozianti, dal canto loro, lamentano gravi danni. Da fuori faccio fatica a capire come sia possibile, visto che i posti auto nella zona chiusa al traffico sono pochi, ma non sono esperto della questione (e non vivo nel registratore di cassa degli esercenti).
Comunque, sta di fatto che la chiusura è una scelta che si può fare come si può non fare, ha dei pro e dei contro, e quindi - visto che non è una scelta obbligata - diventa una scelta politica: all'amministrazione spetta valutare e deliberare per il meglio.

Se si decide per la chiusura, però, bisogna anche valutare il mezzo. Il vigile come una volta non va bene perché a lungo andare costa troppo, oppure perché non si vuole impegnare costantemente una risorsa togliendola ad altre priorità? La transenna in mezzo alla strada è inelegante? Si ritiene che non sia prudente lasciare una semplice transenna, senza nessuno a fare la guardia? Non si può utilizzare a questo scopo una persona pagata con i voucher, o pensare a una soluzione ibrida, coinvolgendo le associazioni, come per il Pedibus?
Certamente tutte le soluzioni che coinvolgono una persona hanno un costo comulativo nel tempo, ma è vero che in questo senso il prezzo dei piloncini ci metterebbe un bel po' ad ammortizzarsi. E se poi ci sono problemi di manutenzione?

E' vero che il tempo di ammortamento diminuisce all'aumentare delle chiusure della piazza: se la chiudo una volta la settimana mi serve il vigile o il volontario una volta sola, se la chiudo più volte il costo settimanale (o mensile) di una soluzione senza Pilomat cresce. Quindi quanto più grande è l'investimento, tanto più c'è incentivo a chiudere la piazza, e credo che proprio questo sia il timore principale dei commercianti.
A questo proposito, non mi pare che ci sia molta chiarezza da parte dell'amministrazione sulle intenzioni di utilizzo dei Pilomat: quanto frequenti dovrebbero essere le chiusure? Solo la domenica mattina, oppure anche in altre occasioni?

Si dice inoltre che l'intervento con i piloncini fa parte di un più ampio progetto di riqualificazione della piazza . Non ho capito cosa si intende al riguardo: ci sono progetti, rendering, idee presentate al pubblico? Mi sono perso qualche cosa?
Si dice che la riqualificazione sia necessaria per motivi idraulici. D'altra parte la "vox populi" sostiene che questa sia poco più di una scusa.
Nella mia vita (nemmeno così lunga) ho già visto la piazza in un sacco di varianti: come parcheggio, con fontana, con pensilina del bus, senza parcheggi lato chiesa, con i gazebo... Mi pare che ogni dieci anni si senta il bisogno di intervenire sulla piazza.
Ma serve davvero? Ospitaletto non è Venezia e piazza Roma non è piazza San Marco. C'è proprio bisogno che ogni amministrazione lasci il proprio marchio sulla piazza?

Fin qui questo post è essenzialmente un elenco di domande.
Mi vien allora un pensiero: com'è che possiamo fare a migliorare la comunicazione? A rendere informata la cittadinanza sulle scelte, e magari anche sui progetti, anche in fase di ideazione e prima che siano definitivi?
La comunicazione sulla questione Pilomat, per quel che ricordo, è stata fatta tramite una lettera/volantino recapitata nelle case in estate, in cui il sindaco rispondeva alle prime critiche dei commercianti. Sarebbe interessante se questo dialogo tra il primo cittadino e i cittadini "non primi" avvenisse più spesso: rispondere alle osservazioni e alle contestazioni (al di là del contenuto della risposta, su cui non mi soffermo) mi sembra un bel segnale, un bel metodo d'azione.
Certo però la lettera casa per casa non mi pare il modo migliore, un po' per i costi, un po' per l'oggettiva sproporzione tra la "potenza di fuoco" di un Comune e quella di un gruppo di privati che pagano di tasca propria, visto che si trattava di una polemica.

Secondo me sarebbe bello se il sindaco comunicasse con i cittadini non solo quando "tirato per la giacchetta" da una polemica, ma su base più regolare, presentando i progetti, anche rispondendo a osservazioni se serve.
Per l'altra polemica in corso, quella sull'amianto sui tetti delle scuole, si è fatta una conferenza stampa: altra possibilità interessante, potrebbe diventare un appuntamento fisso (magari mensile). Il presidente degli Stati Uniti tiene un discorso settimanale, sarebbe interessante avere la stessa cosa da noi.
Altrimenti si potrebbe pensare a un blog sul sito del Comune, su cui pubblicare interventi settimanali, una specie di editoriale del giornalino comunale ma più frequente.
Oppure - anche senza scadenza fissa - si potrebbe usare il sito per presentare i progetti in modo chiaro e comprensibile, per esempio con delle slide sul modello del presidente del Consiglio (Renzi, intendo, non Reboldi). Tutto il contrario di quanto fatto con il PGT, per intenderci, per cui il materiale sul sito era difficile da raggiungere e poco comprensibile ai profani, mentre mancavano le slide usate per le presentazioni negli incontri pubblici, ben più accessibili alla comprensione.

Aggiornamento: leggo ora questo articolo, che fa chiarezza su alcune cose (i costi, alcuni particolari sulla riqualificazione della piazza) ma non su altre (la ratio della pedonalizzazione, la frequenza delle chiusure, la valutazione di possibilità alternative). Va da sè che articoli su giornali locali, online o cartacei, non possono essere considerati una comunicazione "del Comune", quindi resta valido tutto quanto scritto negli ultimi paragrafi.

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