mercoledì 8 ottobre 2014

Nostalgia canaglia

Qualche giorno fa si è parlato (per poco, in verità) del presunto calo di iscritti al Partito Democratico. Qualcuno ha ricondotto questo fatto allo svuotamento del ruolo dei partiti, qualcun altro all'annacquamento dell'identità di sinistra del PD. C'è senz'altro del vero in entrambe le posizioni: i partiti non sono più quel che erano una volta, ma sono ormai dei grandi comitati elettorali. Il contenuto di questi contenitori è abbastanza vago e ondivago.

Cambio di scenario: sabato ho partecipato al matrimonio del mio capo. Il sindaco che ha officiato la cerimonia, mentre leggeva gli articoli del Codice Civile, ha fatto un discorso sulla cultura civica nazionale, partendo dall'Illuminismo, le rivoluzioni francese e americana, attraverso il Risorgimento, la Resistenza, fino alla Costituzione.
Scopro da Wikipedia che costui è sindaco (in varie tornate) fin dagli anni '80. Mentre parlava me lo figuravo proprio come un repubblicano vecchio stampo, di quelli mazziniani, specie quando ha parlato male della monarchia, "che ha fatto tanti danni e ha portato alla dittatura".

Questo mi ha fatto pensare ai profili dei partiti storici italiani. Nei vituperati anni '70-'80 il panorama politico era tale che chi votava sapeva cosa stava votando: al di là delle persone (più o meno valide o lestofanti) il profilo ideologico era chiaro.

Avevamo il MSI, alfiere di una destra sociale e vagamente reducista; il PLI, una destra liberale; il PRI, una sinistra laica di radice non marxista; il PSI, socialista e non più marxista (negli anni '80 ormai liberaldemocratico); i Radicali, libertari.
A questi partiti si affiancavano i due grandi partiti popolari, DC e PCI, dai connotati meno chiari (per via delle dimensioni) ma pur sempre abbastanza definiti: moderato il primo, comunista il secondo.
Forse l'unico partito meno definito era il PSDI, una sinistra di governo come ormai il PSI, da cui si era infatti scisso.
Negli anni '80 si aggiunse l'unica famiglia politica relativamente "nuova", i Verdi.

Mi sembra che lo spettro politico fosse adeguatamente rappresentato: si sapeva dove si andava a parare. Forse mancava una destra moderata, inglobata nella destra DC, ma per il resto c'era di tutto.

Oggi i partiti sembrano invece essere o grandi contenitori con dentro di tutto un po' (il PD, il PdL-Forza Italia, per certi versi anche il M5S, che ha istanze di destra e di sinistra in un calderone di malpancismo) o partiti estemporanei, di cui non si riesce a leggere l'identità. Il Nuovo Centrodestra non ha un profilo chiaro, Scelta Civica nasce matà liberale e metà cattolica, Fratelli d'Italia nasce metà liberale (Crosetto) e metà sociale (Meloni), Sel è un partito personale che mischia ecologia e sinistra, la Lega ha un segretario ex comunista con atteggiamenti di destra.

Se è colpa delle categorie destra-sinistra che sono obsolete, bisogna dire che saranno anche invecchiate, ma di fatto non sono ancora state sostituite da nessuna identità. Secondo me questo è un problema: senza un'identità tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, non ci sono riferimenti, mappe, orientamenti.

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