giovedì 24 luglio 2014

Post esistenzial-nostalgico sugli 883

La settimana scorsa mi è capitato di essere in montagna con un gruppo di giovanotti tra i 25 e i 35 anni. A un certo punto ci siamo ritrovati a cantare le canzoni degli 883. Una tira l'altra, abbiamo sfoggiato tutto il repertorio.

La mia è la generazione 883. Quando uscì Hanno ucciso l'uomo ragno avevo 14 anni, quando Max Pezzali rinuncia al marchio 883 ne avevo 24. I dieci anni dell'adolescenza e della crescita.
Le canzoni degli 883 rappresentavano me e moltissimi miei coetanei. Erano una descrizione del mondo che stavamo imparando a conoscere, fatta (ovviamente per topoi) da chi ci era appena passato. Era come avere un cugino più grande che ti spiegava la vita.

Secondo me quelle canzoni sono diverse da altri idoli della stessa "epoca". Il narrato degli 883 è più vicino alla vita vera, al ragazzo normale, magari un po' sfigato, che sogna e vive le amicizie e gli amori.
Ligabue, per esempio, dipinge personaggi più borderline, più esotici, più "strani", personaggi della notte, trasgressivi. Oppure semplicemente più vecchi, giovani degli anni '60 o '70: si pensi a Certe notti, Bambolina e barracuda, Marlon Brando è sempre lui, Un figlio di nome Elvis, I ragazzi sono in giro...
Jovanotti - secondo me - dipinge più chi "ce la fa". Lui narra di amori romantici, ma riusciti, magari finiti ma che ci sono stati, forti, potenti, vissuti. Insomma, c'è differenza tra la Serenata rap o la Bella di Lorenzo e la Canzone d'amore degli 883: le prime sono dichiarazioni vere e proprie, la seconda è un desiderio di dichiarazione ("Se solo avessi le parole...").

Le canzoni degli 883 raccontano le situazioni in cui tanti ragazzi normali si sono trovati da adolescenti o da giovani: la cotta per una che non ti considera (Innamorare tanto, Non mi arrendo), l'errore tattico de La regola dell'amico, le riflessioni sulle amicizie vere o passate (La dura legge del gol), la malinconia per il tempo che passa (Gli anni, che adesso capisco meglio che quindici anni fa), le serate piene di imprevisti ma comunque divertenti grazie all'amicizia (Rotta per casa di dio), la reazione alle delusioni (Nessun rimpianto), l'esaltazione per l'amore trovato (Andrà tutto bene).

Certo, ci sono alcune canzoni da cassetta, come Come mai, o semplicemente truzze (tra l'altro prima che esistessero i truzzi!) come Sei un mito. Ma molte altre hanno anche un loro spessore, non è sempre tutto facile. L'amore di Io ci sarò è reale:
se il mondo con il suo delirio riuscirà ad entrare e far danni ti prego dimmi che combatterai insieme a me

così come l'evoluzione narrata in Lo strano percorso.

La narrazione (spesso ironica) è un altro punto forte degli 883. Le canzoni raccontano storie, o meglio disegnano "quadri". In alcuni pezzi ogni strofa è un'istantanea, o un cortometraggio, come nelladivertentissima Non ti passa più, o in Nord Sud Ovest Est, o nelle già citate Lo strano percorso, La regola dell'amico, Innamorare tanto. La stessa Hanno ucciso l'uomo ragno denota una bella fantasia.

Gli 883 hanno poi uno stile pazzesco nell'uso delle parole. Qualche volta ho la sensazione che scrivano la musica e poi cerchino di farci entrare a forza il testo che hanno in mente. Spesso le frasi sono pronunciate senza fiato, di fila, per riuscire a finirle alla fine del verso, come il
signora sa una pasta al forno cosi non l'ho mangiata mai

in Non ti passa più, in cui il "così" è inserito in una mezza pausa dal tono basso. Oppure in Nessun rimpianto, in cui il verso
ore spese a guardare gli ultimi attimi in cui tu eri qui con me

è spezzato dalla pausa (tipo "a capo") dopo "ultimi", con la frase assolutamente sospesa a metà. La stessa Andrà tutto bene è tutta giocata sulle sospensioni:
mi spiace ho già dato e l'ho pagato però sta di fatto...

in cui "e l'ho pagato" è chiaramente un inciso anche a livello vocale, come se fosse tra parentesi.

Idem per l'uso dei suoni: grazie anche all'uso del sintetizzatore, gli 883 mettono nelle canzoni dei suoni incredibili - e anche divertenti. Basta pensare allo stacchetto stile giochi arcade alla fine de La regola dell'amico, o ai cori da stadio ne La dura legge del gol, o al verso finale degli amici sulle parole
E se gli alieni ti rapissero?

in Innamorare tanto.

Tornando laddove ero partito, quasi mi sono stupito che ragazzi di 23-24 anni abbiano questa cultura completa degli gruppo: loro stavano nascendo quando nascevano gli 883. In pratica gli 883 stanno diventando come Battisti (absit iniuria verbis): dei classici della musica leggera italiana.

Vebbè, dopo tutto questo sproloqui che dire? Grazie mille!

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