sabato 28 giugno 2014

Sull'Italia dopo il Mondiale

Com'è andato a finire il Mondiale l'abbiamo visto tutti.

Chi se l'è presa con Balotelli, chi con Prandelli, chi con l'arbitro. Comunque tutti hanno detto la loro.
La mia è che siamo una Nazionale divisa tra giocatori bravi ma vecchi e giocatori giovani ma scarsi, più Verratti e Balotelli che non rientrano in nessuna delle due categorie (il primo è giovane e bravo, il secondo è Balotelli).

Per il futuro bisogna ripartire. Ma da cosa? Ovviamente dai giovani. Com'è messo il vivaio? Ho provato a fare qualche statistica. Come riferimento ho preso la Nazionale campione 2006, la Nazionale di quest'anno e - per il futuro - la Nazionale vice-campione d'Europa giovanile 2013.
Mi interessa vedere quanto precoci sono i componenti di queste squadre, quanto presto emergono, quanto sono "bravi" da giovani. Per ciascun convocato quindi ho analizzato la carriera da giovane, quando aveva 22 e 23 anni.

I componenti della Nazionale del 2006 (età media 28.7 anni), all'età di 22 anni giocavano in media 21.1 partite di serie A. 7 su 22 (escluso Camoranesi, che era in Messico) giocavano nelle serie minori. Tra chi era in rosa in A, le presenze medie erano 30.9.
All'età di 23 anni, quei giocatori giocavano in media 27.5 gare in A; in 5 giocavano ancora in B; tra i 17 in A le presenze medie erano 35.5.

Per la Nazionale di quest'anno, ho escluso Paletta dal computo (era in Argentina), mentre ho calcolato Motta (che era in Spagna, comparabile all'Italia) e Montolivo e Rossi, non convocati solo per infortunio.
Questi giocatori a 22 anni giocavano in media 23.4 gare in A. 6 su 24 non giocavano nella massima serie, la media gare di chi giocava in A è 31.2. A 23 anni le gare in A sono 29.7, i giocatori ancora in B sono solo 3 su 21 (De Sciglio, Perin e Verratti non hanno ancora 23 anni) e le gare medie di chi è in forza alle squadre di massima serie sono 34.6. Nei tre giocatori in B, inoltre, è computato Chiellini nella Juve 2006-07, che è un caso particolarissimo. In B perché non ancora sbocciati restano solo Darmian e Parolo.
La Nazionale di quest'anno ha quindi numeri di precocità simili a quella del 2006. In effetti, se ci pensiamo, Aquilani, Montolivo, Verratti, Balotelli, Rossi, Cassano sono tutti giocatori emersi presto, anche se poi magari non hanno mantenuto le promesse. Però quando erano giovani si vedeva il potenziale.

Vediamo la Nazionale Under 21 dello scorso anno. E' una generazione di giovani che - in teoria - ha fatto bene.
I suoi componenti, all'età di 22 anni (tra quest'anno e l'anno scorso, quindi) hanno giocato in media 18.2 partite in serie A. 8 su 21 però giocavano ancora in serie B, e tra i giocatori di A l'impiego medio è 29.5 gare. Sono tutti dati al minimo.
Se andiamo sui ventitreenni, che sono 18, va ancora peggio: le gare medie in A sono 19.3, 6 su 18 giocano ancora in B e chi gioca in A gioca 29 partite.

Quindi tra i 22 e i 23 anni non c'è miglioramento. I giocatori che sono fermi in B sono più che nelle generazioni precedenti, e chi è in A gioca 5 gare in meno rispetto ai casi precedenti. Ciò nonostante il fatto che - rispetto al 2006 - ci siano due squadre in più in serie A!

Colpa degli stranieri? Forse. Colpa dei dirigenti che non si fidano dei giovani? Forse. Colpa dei giocatori scarsi? Forse anche quello. E' normale che giochino in B, così maturano? Forse, ma se uno è veramente forte non ha di questi problemi (vedi Verratti).

La situazione peggiore è in difesa. Tra quelli che Wikipedia indica come difensori, Donati a 22 e 23 anni giocava in B (poi quest'anno gioca abbastanza in Bundesliga), Capuano a 22 anni è retrocesso col Catania, dove è rimasto in B, Caldirola a 22 anni giocava nel Brescia in B (quest'anno ha giocato nel Chievo), Regini ha fatto due stagioni all'Empoli in B e ha esordito in A quest'anno con la Sampdoria. Quindi l'unico che gioca a un certo livello è Donati. Che differenza con le generazioni precedenti, i Nesta, Cannavaro, fino a Chiellini!

Mi sa che Bonucci, Chiellini e Ranocchia ce li teniamo fino al prossimo Mondiale.

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