martedì 21 gennaio 2014

Sulla legge elettorale

Premessa: stiamo parlando di nulla. La proposta di legge elettorale approvata lunedì dall'assemblea PD funziona solo con l'abolizione del Senato, quindi con una modifica costituzionale (come minimo sei mesi). Da qui all'autunno vedremo ancora parecchia acqua passare sotto i ponti.

Comunque, qualche impressione.
Bene il fatto che si garantisca comunque ad una coalizione di avere la maggioranza dei seggi. Il ripescaggio del doppio turno è una ciambella per la costituzionalità della legge. A me il doppio turno non è mai piaciuto (esistono anche altre soluzioni per avere lo stesso effetto), ma se si opta per un premio di maggioranza è la soluzione migliore per salvare capra e cavoli, rispettando la sentenza della corte che lo limita a una quota "ragionevole" e garantendo comunque governabilità. A questo punto però, se diamo per accettabile il ballottaggio, tanto vale alzare la soglia a cui scatta più su del 35% proposto. E' vero però che fare ciò vorrebbe dire rendere praticamente inutile la stessa ipotesi di premio, e visto che il ballottaggio favorisce storicamente la sinistra, forse vale la pena di lasciare anche alla destra la possibilità di vincere laddove essa funziona meglio, ovvero al primo turno. Diciamo che una soglia del 40% potrebbe andare bene.

I listini bloccati sono molto meglio del listone lungo, ma sempre una soluzione bruttina. A questo punto meglio le preferenze, o come minimo serviranno le primarie di collegio. Comunque - dato per scontato che su 5 nomi in lista al massimo ne entrano tre - in ogni collegio ci saranno tre facce riconoscibili da valutare. E vorrò vedere la reazione del collegio di Scilipoti...

Mi sembra che l'attribuzione dei seggi su base nazionale abbia poco a che vedere con le liste corte dei collegi piccoli. Si rischia di avere eletta gente che nel suo collegio prende meno voti di altri candidati, in forza del risultato nazionale delle rispettive liste. E' vero che però il collegio unico nazionale garantisce meglio la rappresentanza piuttosto che l'elezione per piccoli collegi; però si va a discapito del legame col territorio.
Diciamo che si può vedere il bicchiere mezzo vuoto (un sistema composto di due parti incoerenti, fatto per cercare di dare un contentino a tutti) o mezzo pieno (un sistema che salvaguarda sia la riconoscibilità dei candidati locali, sia la rappresentanza proporzionale, in un sistema che già la sacrifica con il premio di maggioranza).

Non capisco invece l'accanimento sulle soglie di sbarramento così alte, in un sistema che attribuisce comunque - in un modo o nell'altro - un premio di maggioranza alla coalizione vincente. Capisco i limiti al numero di partitini nella coalizione vincente: è vero che in un mondo ideale questo sarebbe un problema da valutare al momento della formazione delle liste, ma abbiamo visto che non è così (Ulivo docet). Non capisco perché porre limiti ai partitini che non si coalizzano (che quindi già in partenza sanno di non poter concorrere al premio di maggioranza) o a quelli che comunque finiscono all'opposizione: tanto varrebbe garantire il maggior accesso possibile a quel 45% di seggi della minoranza. Secondo me una soglia unica del 4-5%, sia per i coalizzati che per i non coalizzati, avrebbe più senso.*

Mi sembra, a conti fatti, una riforma piuttosto raffazzonata, ma che potrebbe funzionare. Io avrei preferito lo spagnolo puro, che però ha il limite di non funzionare con un tripolarismo.

Poi siamo in Italia, e se il sistema passasse così com'è (periodo ipotetico del terzo tipo, come detto all'inizio) secondo me andrebbe a finire in questo modo: coalizioni "tutti dentro" per cercare di raggiungere il 35% al primo turno, formate da liste "unitarie" di diversi partiti per superare le soglie di sbarramento, con rappresentanti dei partitini comunque candidati nelle liste dei partiti più grandi (per garantire loro il posto in cambio dell'ingresso in alleanza). Per esempio, una coalizione di centrodestra con due-tre liste: FI, La Destra+Fratelli d'Italia, Ncd+Popolari per l'Italia+Udc; ma con esponenti di La Destra e Fratelli d'Italia (la lista più a rischio di non raggiungimento della soglia) candidati da FI (come Rotondi per il Pdl alle ultime elezioni, per esempio). Effetto finale: successiva atomizzazione in Parlamento e riproposizione dei governi Prodi.

* Nota a margine: non capisco chi protesta per le soglie di sbarramento e contemporaneamente si dichiara a favore del maggioritario puro, o dell'attribuzione dei seggi per collegio: entrambi sistemi che fanno sì che epr prendere seggi si devono raggiungere percentuali notevoli, di solito in doppia cifra. Sistemi che hanno in sé delle "soglie implicite" ben più alte.

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