venerdì 22 febbraio 2013

Cosa voterò, e perché, alle regionali

Per le elezioni regionali, il discorso è per me più semplice, e non può che partire dal giudizio sull'operato dell'amministrazione precedente. Amministrazione che si è dipanata lungo 17 anni.

Il giudizio è negativo sulla persona di Formigoni, che non ha saputo imporsi un senso del limite e ha finito per perdersi in una sorta di delirio d'onnipotenza. La vicenda dimostra come le situazioni di potere a lungo andare tendano in ogni caso a corrompersi, come i freni personali di fronte alle tentazioni man mano si lascino andare, come ci sia bisogno quindi di un ricambio ben calibrato e periodico. Mi sembra uno spot evidente a favore di limiti temporali ad ogni carica.

Il giudizio sull'operato politico, sul "sistema" implementato è invece più positivo. Penso che solo in malafede si possa sostenere che in Lombardia oggi si vive male, o si sta peggio di 17 anni fa. Inoltre una parte di quel sistema incontra il mio favore anche come impostazione di principi, in primis l'ampia sussidiarietà inoculata, e non parliamo solo della sanità o delle scuole private, ma anche del terzo settore tutto: a Ospitaletto abbiamo il caso della Fraternità, che conosciamo bene.
Riguardo la sanità, male, malissimo la lottizzazione dei primari: chi tra i partiti è senza peccato scagli la prima pietra, ma la lunga durata del potere Formigoni-CL ha incancrenito la situazione. Bene però l'organizzazione generale della sanità: io ci ho avuto a che fare e sono stato molto soddisfatto della mia completa libertà di scelta.
Riguardo la scuola, mi sembra che il metodo del buono scuola sia in principio corretto, anche se andrebbe valutata la progressività dei contributi. Però finanziare le famiglie permette di non finanziare direttamente i diplomifici: se la famiglia vorrà mandare il figlio (asino) in una scuola dove non impara nulla sarà una scelta sua, qui il problema diventa il valore legale del titolo di studio, che non è più competenza regionale.

Alla luce di questa premessa, è necessario un ricambio di uomini e di partiti, ma non di sistema. Questo spinge a votare Albertini, che proviene dal centrodestra ma ha avuto il coraggio di una rottura. Qui il suo programma (un'idea che era venuta anche a me è quella sui ticket progressivi per reddito e il contributo per i primi 10 giorni di degenza: ehi, uno che scrive che aumenta i ticket in un programma!).

Maroni non mi convince né per il suo partito (la Lega), che non ho mai apprezzato, né per la campagna elettorale abbastanza spudorata, specie sulla storia del 75% di tasse in regione (una grossa bufala), né per l'"impareggiabile continuità" con Formigoni, che resterebbe commissario all'Expo.

Ambrosoli gioca invece la sua campagna su "un'altra Lombardia", in discontinuità anche politica con la gestione Formigoni. Lui è sicuramente una brava persona, e se sarà eletto governerà potrà governare bene. Però il suo curriculum non mostra alcuna esperienza amministrativa, e - se mi posso permettere - nessun motivo particolare per essere scelto per una delle cariche più importanti d'Italia (governare la Lombardia è probabilmente più importante che fare il ministro). Probabilmente ci saranno state molte altre persone con un curriculum equivalente.
E allora il sospetto è che Ambrosoli sia lì per il cognome, come Rita Borsellino alle regionali siciliane di qualche anno fa. Queste scelte spot, in cui spesso cade il centrosinistra, mi danno veramente fastidio: non lo voterò.

Infine, alle regionali c'è anche la possibilità di esprimere la preferenza: io adotterò il voto disgiunto e, pur sostenendo Albertini come presidente, voterò Michele Busi, persona che conosco e stimo grandemente.

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