mercoledì 20 febbraio 2013

Cosa non voterò, e perché

E così finalmente ci siamo. Questo fine settimana si vota, e io provo a mettere giù un elenco di ragionamenti e valutazioni sulle proposte in campo. Visto che viene una cosa un po' tanto lunga, dividerò il discorso in più parti, sperando di finire entro sabato :-).

Per quanto riguarda le elezioni nazionali, per conto mio la scelta è tra il PD e Monti.
Comincio a spiegare perché escludo altre soluzioni.

Il Pdl ha perso ormai ogni elemento di credibilità, con Berlusconi che fa promesse da imbonitore, aumentando a dismisura le promesse del 1994 che in tremilatrecentoquaranta giorni di governo non ha mai saputo mantenere.

Su Grillo vale quanto scritto esaurientemente qui. Va bene il voto di protesta, la presenza di qualche grillino in Parlamento sarà utilissima come controllo, ma l'assenza completa di un programma credibile e di un qualche genere di democrazia, dialogo, attitudine a governare è un ostacolo insormontabile.
Abbiamo già vissuto vent'anni fa l'esperienza di quelli che andavano in Parlamento a ribaltare tutto, si chiamavano leghisti, abbiamo visto com'è andata.
L'Italia ha senz'altro bisogno di uno scossone, ma visti i precedenti invece dei rivoluzionari coi forconi preferisco votare qualcuno che mi promette un cambio di rotta "dall'interno" dei partiti, mettendo alla prova chi non ha responsabilità per lo sfascio attuale.

Quanto a Fare per fermare il declino, avevo preso in considerazione la possibilità di votarlo, ma ho sentito Boldrin in televisione e mi ha confermato l'opinione che ne avevo: il programma è completamente incentrato sull'economia, ma veramente povero sulle altre questioni. Sulla maggior parte del programma posso anche essere d'accordo, anche se per i miei gusti è un po' estremista in senso liberale su alcune posizioni, ma è troppo limitato.
Trovo negativo anche il fatto che non siano riusciti a chiudere alcuna collaborazione: a fare i duri e puri ci si scotta, si vede anche cosa è successo a Giannino in questi giorni.

Ho valutato anche con interesse la nascita di Fratelli d'Italia, personalmente incoraggio il loro percorso, pur con i dubbi che nascono dal fatto di avere una formazione così piccola già più anime (la destra sociale della Meloni, che porta a proposte molto dubbie come l'impignorabilità della prima casa, e il liberalismo di Crosetto, che per esempio dovrebbe essere contrario a una proposta così, senza contare il reducismo della vecchia politica di LaRussa).
Il fatto che però accanto al loro nome ci sia scritto Silvio Berlusconi come leader mi fa escludere anche questa opzione. Capisco che fosse rischioso andare contro Silvio completamente senza rete: Fini è praticamente evaporato dal panorama politico, ma così siamo daccapo. Speriamo per il futuro, basta che dopo la sconfitta elettorale del Pdl non facciano da zattera a vari ex-An, ex-Pdl, ex-qualcosa.

Le altre proposte in campo sono decisamente più lontane dal mio sentire.

Nessun commento:

Posta un commento