domenica 21 novembre 2010

Dov'è il limite?

Alla fine dell'ultima puntata di Annozero, Marco Travaglio ha fatto due domande a Sandro Bondi.
La prima riguardava l'assunzione del figlio della compagna di Bondi, la deputata Manuela Repetti, presso un ente collegato al ministero dello stesso Bondi, il quale ha risposto che si tratta di un normale contratto a tempo determinato in scadenza a dicembre, come hanno migliaia di ragazzi. Non ho informazioni al riguardo di questo fatto e di questa assunzione, quindi non mi esprimo.

Mi interessa di più la seconda domanda: Travaglio ha chiesto a Bondi come mai in mezzo a tutti i tagli era stato risparmiato il milione di euro stanziato per ristrutturare il teatro di Novi Ligure, città - guarda caso - di Manuela Repetti. Il ministro ha risposto che con gioia ha aderito alla richiesta di ristrutturazione pervenutagli da un sindaco di sinistra.
E' evidente che la richiesta non sarà stata perorata solo dal sindaco, ma anche dal deputato Manuela Repetti. Mi chiedo: questo è così sbagliato come appare? Ci lamentiamo che la legge elettorale attuale, con un parlamento di nominati e non di eletti, taglia i ponti tra il corpo elettorale e i suoi rappresentanti, che non sono più espressione di un territorio ma vengono scelti dall'alto.
In questo caso abbiamo un parlamentare eletto nella circoscrizione Piemonte I che perora una causa del proprio territorio. Mi chiedo: fin dove questa richiesta è legittimo interesse per il territorio e dove invece comincia il favoritismo (da Costituzione, articolo 67, ogni membro del Parlamento rappresenta tutta la Nazione, non solo il proprio elettorato)? Insomma, era una richiesta opportuna o meno?
Potremmo cavarcela dicendo che "domandare è lecito, rispondere è cortesia", che la richiesta si può fare e poi spettava a Bondi eventualmente valutarla e respingerla, ma mi pare un modo un po' semplicistico di fare le cose.

Non so dare una risposta definitiva alla domanda che ho posto sopra, se sia o meno opportuno agire in questo modo. Io credo che non l'avrei fatto.


  • p.s. non ho ancora scritto nulla sul "giorno del giudizio" del 14 dicembre, sulle presunte retromarce o pit stop di Fini, sulla fiducia eccetera, né mi interessa più di tanto farlo. Confermo ciò che avevo già detto qui: sono stufo di avere sempre diverse date da attendere, e nel mentre tutto è paralizzato, mentre i gioppini si agitano in questo teatrino delle marionette.

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