domenica 24 ottobre 2010

(Giovani) cattolici in politica

Si sente tanto parlare di cattolici in politica, in questi anni. Il cardinal Bagnasco invoca una nuova generazione di politici cattolici, Famiglia Cristiana pure. Provo a dire la mia al riguardo.
Intanto secondo me traspare chiaramente da questi richiami la constatazione che gli attuali "cattolici in politica" siano insoddisfacenti, ma non è su questo che mi voglio soffermare.

La mia posizione sull'impegno dei laici cattolici nell'ambito politico è mutata nel corso degli anni. Quando ero più giovane subivo il fascino della "balena bianca", e auspicavo la presenza di un partito unico dei cattolici.
Negli ultimi anni, invece, ho un po' cambiato idea, provocato anche dalla frequenza ad alcuni appuntamenti di formazione a tema socio-politico.
Già nel 2008, infatti, ad un incontro della Scuola di formazione diocesana all'impegno sociale e politico, un relatore faceva notare come secondo lui il ruolo dei cattolici dovesse essere quello di "lievito" della politica, superando quindi l'idea di un solo partito o di un solo schieramento. Del resto lo stesso Vangelo ci invita a essere "sale della terra", o "granello di senapa": piccoli semi per insaporire il tutto e dare grandi frutti.
Anche il Compendio di dottrina sociale della Chiesa spiega che l'incarnazione del Vangelo nel mondo non è appannaggio di una visione sola, di un'ideologia fissa, ma può trovare molte strade, anche a seconda di quali priorità uno senta più vicine alla propria sensibilità personale.
Quest'anno, a un incontro del Corso interassociativo tenuto a febbraio qui ad Ospitaletto, padre Bartolomeo Sorge sosteneva anch'egli che ci possono essere cattolici in tutti gli schieramenti, in ogni partito, impegnati a portare avanti ideali cristiani e cercare di porli all'attenzione dei programmi del partito stesso. Lui sorridendo diceva che vedeva un po' più difficile "orientare" evangelicamente anche la Lega Nord, e che un cattolico che se la fosse sentita poteva anche provarci, anche se -diceva padre Sorge - "non so che fine farà".
Anche lo schema politico degli ultimi decenni, che ha visto la cosiddetta "diaspora" dei cattolici, non può essere visto come un segno dei tempi? Sarà questo che il Signore ci chiede: essere testimoni in ogni partito della dottrina in cui crediamo?

Allora credo che oggi il compito dei cattolici impegnati in politica - difficile e affascinante, d'altronde non è mai stato facile, come ci ricordava Paolo VI - sia quello di cercare di portare il germe del Vangelo in ogni partito, in ogni ambiente, senza imporlo (oggi non ne avremmo nemmeno la forza numerica), ma facendolo percepire in tutta la sua ragionevolezza e in tutta la sua bontà. Io veramente non vedo nel panorama politico partiti che non propugnino almeno qualche idea che è perfettamente accettabile e difendibile per un cattolico: sta a noi coltivarle e magari far camminare il partito laddove invece non si è tanto convinti. Oggi è la Giornata Missionaria: questo è un bel campo di missione!
Tante volte ci si sofferma sulle "differenze" tra i programmi dei partiti e la dottrina sociale della Chiesa, in modo da lavorare "ad excludendum" sostenendo che un cattolico non può assolutamente stare in questo o quel partito. Invece bisogna secondo me sottolineare le comunanze, i punti buoni che ogni parte propone, e cercare di renderli prioritari nell'azione legislativa o programmatica.

E' chiaro che per fare una cosa del genere è necessario essere preparati, preparatissimi, per portare avanti la propria posizione con cognizione di causa e sempre pronti a renderne ragione, parafrasando 1Pt 3,15. L'urgenza di oggi quindi è la formazione, soprattutto dei giovani ma anche delle altre generazioni. I cattolici devono quindi impegnarsi su due fronti (l'uno non esclude l'altro): l'impegno diretto in politica, ma anche la diffusione della conoscenza, della consapevolezza sui temi Politici (e la P non è un refuso).

P.S. Ciò che ho detto non esclude poi che ci possa essere un partito "cattolicamente ispirato", perché è giusto comunque avere una garanzia di tribuna per chi proprio non si senta rappresentato, o per far presenti certe istanze se nessun altro lo fa. Ciò che intendo è che questo partito non deve sentirsi egemone del voto dei cristiani, né l'unico destinatario del loro impegno! 

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