lunedì 30 agosto 2010

E' arrivato il circo

Il riavvicinamento di Gheddafi al consesso internazionale è senz'altro un successo della diplomazia italiana e, in particolare, di Berlusconi.
Molto meglio oggi piuttosto che avere una Libia che semina terroristi per il mondo (magari poi i servizi segreti combineranno ancora qualcosa con Hamas, ma atteniamoci alle posizioni ufficiali).

Mi pare però che ci siamo fatti prendere un po' la mano... ci sono gradi intermedi, e un po' più diplomatici, tra lo sdogamanento e il diventare amiconi. Avere il tendone - un po' circense - del Colonnello a Roma quattro volte l'anno, con tutto il carrozzone (con costi non indifferenti) e lo show di ritardi, conversioni, amazzoni e quant'altro mi sembra eccessivo, anche perchè sulla democrazia libica ci sarebbe parecchio da obiettare. Perchè Gheddafi queste cose la fa solo da noi e non va, che so, a Berlino o a Parigi?
E poi propongo che la prossima volta che Berlusconi va in Libia si porti un vescovo, oppure don Verzè, che predichi il Vangelo e battezzi tre persone...

Intendiamoci, la politica estera tante volte si tura il naso e fa accordi con i dittatori, basta pensare a quello che combina il mondo intero con la Cina. Di solito però questo accade quando gli altri hanno il coltello dalla parte del manico, come la Cina per l'economia: nessuno infatti va a fare accordi con Kim Yong-Il, anche se non è che i cinesi siano poi tanto diversi da lui.
Questo vuol forse dire che Gheddafi, come dice un mio collega con un francesismo, "ci tiene per le palle"?

p.s. ...tutto il can can... non vi richiama l'Imperatore Bokassa?

Nessun commento:

Posta un commento