Ho una sensazione di déjà vu.
Il 9 marzo avemmo il lockdown sugli spostamenti non essenziali in dieci province, esteso poi due giorni dopo a tutta Italia. Erano liberi lo
sport da soli e l'attività motoria senza limiti di spazio (a differenza
di adesso).
Bar e ristoranti chiusero il 12, con molti negozi, ma
elettronica (quindi Unieuro e simili), ferramenta, idraulica ( quindi Brico e simili), lavanderie,
profumerie restarono aperte anche allora. C'era - come c'è ora - un allegato al DPCM con
la lista di attività aperte. Adesso è un po' più lungo
(comprende anche Decathlon e parrucchieri, tra l'altro), ma non così più lungo.
A marzo le scuole di ogni ordine e grado chiusero, adesso chiudono "solo" dalla seconda media in su. Questa è la grande differenza. Ma per il resto (parliamo di provvedimenti riguardanti la "zona rossa") le similitudini sono tante: divieto di uscire di casa se non per lavoro, necessità o salute; obbligo di autocertificazione; divieto di visita parenti; divieto di fare la spesa in altro comune.
A marzo la cosa proseguì con altre restrizioni: dal 23 chiusero le attività non essenziali, a seconda dei codici Ateco (e quindi chiusero anche i negozi che erano rimasti aperti) e ci fu la stretta sulla "corsetta" solo nei pressi di casa.
E anche adesso si vocifera di un lockdown "duro".
Però ci sono delle differenze.
A marzo era la prima ondata, adesso è la seconda.
A marzo non ci avevano promesso per mesi "non ci sarà un altro lockdown".
Proprio l'esperienza di marzo, e poi della primavera, e poi di settembre dovrebbe aver insegnato che la passeggiata all'aperto comporta zero rischi, i contagi sono ripartiti quando sono ripartite le attività al chiuso.
Capisco andare a tentoni a marzo, ma ora le misure di limitazione della mobilità personale mi paiono inutilmente vessatorie. E leggi vessatorie minano la fiducia nei confronti dell'istituzione. Come ho scritto già altre volte, una legge non condivisa è molto meno efficace. Tra l'altro, se non sbaglio, siamo praticamente gli unici in Europa a proibire - e controllare, e multare - gli spostameti personali.
Anche perché il senno di poi ci dice che a marzo il lockdown delle attività produttive arrivò quando i contagi effettivi erano già in calo, come mostrò la curva ISS per data sintomi.
Ora, di nuovo, la curva ISS - e anche i dati di terapie intensive e ospedalizzazioni - mostrano un rallentamento già da circa una settimana.
E ciò con le poche misure prese, soprattutto localmente, dal 26 ottobre (didattica a distanza almeno al 75%, chiusura ristoranti la sera, "coprifuochi" vari).
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