giovedì 15 ottobre 2020

Libera festa in libero Stato

E così è arrivato il nuovo DPCM. Dopo giorni di anticipazioni, smentite, illazioni, la soluzione è stata: feste in casa "fortemente sconsigliate"

Ci sono dei pro e dei contro, per una formulazione così.
Da una parte è una formulazione che non vuol dire nulla, ambigua, che viene messa in un provvedimento con forza di legge ma che non è una legge.
D'altra parte, se il buon senso ("non assembratevi") non basta - ed evidentemente non basta, si tenta di spiegarlo ancora una volta, con altri strumenti, sempre più vicini ad un obbligo.

Personalmente apprezzo che il governo si sia fermato un passo prima (diversamente da quel che accade, per esempio, in Irlanda). Normare con un DPCM le feste in proprietà privata sarebbe stato un passo ulteriore in avanti nell'allontanarsi dalle procedure istituzionali e dalle prassi costituzionali.
Il lockdown (divieto di usire di casa se non per certi motivi) già limitava le libertà costituzionali di movimento e all'atto pratico otteneva lo stesso effetto (niente feste in casa); però tecnicamente non mettva il naso in una proprietà privata. Farlo sarebbe stato in punta di diritto un passo in più, anche se l'effetto pratico magari è lo stesso, o anzi sarebbe stato meno invasivo che ai tempi del lockdown (ehi, anche se non posso andare a casa di qualcuno posso ancora uscire!).

Ecco, pensando a lungo termine (intendo anni) credo che uno dei danni che fa questa pandemia sia inquinare il dibattito riguardo il bilanciamento di potere pubblico e libertà personale.
Nel merito, io capisco la ratio di una norma che vieti le feste. Inoltre abbiamo capito che i contagi avvengono spesso in casa, cerchiamo di fare qualcosa al riguardo.

Però (forse l'ho già scritto) mi preoccupa che ci si "abitui" a considerare normali le ingerenze governative (o comunque altrui) nella privacy e nelle libertà personali. Mi preoccupava anche ai tempi dell'11 settembre, e andando ancora più indietro osservo che le legislazioni antiterrorismo degli anni '70 sono ancora lì, bel belle, in vigore.

Naturalmente non aiuta che la bandiera delle libertà personali sia in mano a pagliacci negazionisti. A me basterebbe che 1) le misure emergenziali (sì, penso anche allo stato di emergenza) avessero una data di scadenza certa e non prorogabile, perché se dopo un anno sei ancora in emergenza allora non è più un'emergenza, e tu Stato devi dotarti di strumenti più normali per gestire la situazione, e 2) che ci fosse consapevolezza del fatto che non sono misure innocue.

Non ho paura che arrivi un fascismo a breve, intendiamoci.
Ho paura che si crei un "humus", un'abitudine che abbassi gli anticorpi (a proposito...) se tra dieci o vent'anni dovesse esserci qualche rischio di autoritarismo anche in Italia.

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