giovedì 4 giugno 2020

Cambiare approccio

Ho letto questo articolo sull'effetto della pandemia sulle emissioni di CO2.
In breve: in questi mesi abbiamo visto un calo globale di emissioni fino al 15%.
L'effetto sulla concentrazione di CO2 nell'atmosfera è praticamente nullo.
Questo da una parte è ovvio: i cambiamenti climatici, tra cui l'accumulo di CO2, sono fenomeni di lungo periodo, frutto di un accumulo secolare. Non cambiano in due mesi.
D'altra parte è piuttosto scoraggiante. Per avere effetti efficaci è necessario un calo duraturo di emissioni. Cioè un duraturo lockdown? Suona veramente male.
L'UE ha realizzato un taglio alle emissioni del 23% in un quarto di secolo. Calano dell'1% l'anno. Senza contare che invece nel resto del mondo crescono.
Per ora sembra di vedere due cose.
Da una parte, i comportamenti individuali, come conclude Il Post, hanno poca/issima influenza. Lasciare a casa la macchina e prendere la bici, anche se lo facessimo tutti (come abbiamo fatto durante la pandemia), sposta di poco una frazione piccola delle emissioni mondiali.
Dall'altra parte, le scelte strategiche possono essere sostenibili? Se caliamo dell'1% annuo, come ha fatto l'UE, pare proprio di sì. Ma l'1% annuo non è sufficiente, ci dicono i climatologi.
Io ho l'impressione che l'unica cosa che ci possa salvare sia la scienza.
Qualcosa riguardo lo stoccaggio di CO2. Per tacer del nucleare. Dobbiamo diventare capaci di gestirla, la CO2, perché le emissioni non caleranno. Non siamo disposti a fare i sacrifici necessari per farle calare, non come singoli, ma come umanità: ci sono popoli che accampano il diritto di crescere economicamente e di inquinare come facemmo noi a suo tempo (questo lo scriveva anche Francesco nella Laudato si').

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