mercoledì 22 maggio 2019

Il saluto a don Mario

La scomparsa di don Mario Benedini non è giunta inaspettata.
Al di là dei personali ringraziamenti per tutto ciò che ci ha insegnato, nel contesto della pastorale sociale, c'è un ultimo ringraziamento che io e Francesca sentiamo di dovergli: quello per il funerale di domenica scorsa.
Una cerimonia caratterizzata da una composta commozione, dalla serenità della fede, da un senso di compiutezza. Non mi viene una parola migliore: nonostante quello che lui diceva, riportato dal fratello ("c'è così tanto da fare, e io non posso più fare!"), si respirava il senso di una vita compiutamente vissita nell'anelito al bene. Nel fare il bene. Nel prendersi cura degli altri. Ma, più in generale, nel ricercare e perseguire il bene. Non so se riesco a spiegarmi, credo di no.
Credo che questa sia una buona definizione di vita degna di essere vissuta: lo è finché si può fare del bene*.
Non c'entra nemmeno molto il successo che si ottiene: come ha detto il Vescovo in un'altra occasione, don Mario ha tenuto acceso il lumicino dell'impegno sociale in anni difficili, di spaesamento e disaffezione.
Molto bella l'immagine di don Mario che ora contempla la Gerusalemme celeste. La soddisfazione finale del suo impegno per la società.

* EDIT: o forse anche cagionarlo, dare la possibilità ad altri di farlo.

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