sabato 20 aprile 2019

Venerdì santo

Venerdì santo.
Il giorno del sacrificio.
Qualche anno fa girava su Internet una vignetta: Gesù ha dato la vita, ma è risorto dopo tre giorni. In pratica ha dato il week-end per noi!
Al di là della battuta più o meno felice, a volte viene da pensare che la Passione di Gesù sia stata dolorosa, ma non per forza la cosa peggiore che possa capitare a un essere umano.
Ci sono persone che vivono in passione tutta la vita, perché malati, o perché con familiari malati da assistere giorno e notte, o perché portano dentro un dolore incancellabile per qualche perdita.
Però poi ripenso alla vita di Gesù. Non è mai stato compreso. Quante volte gli apostoli l'hanno lasciato solo? La gente che aveva intorno voleva solo miracoli, non gli interessava il significato. Voleva che trasformasse l'acqua in vino. Giuda voleva la rivoluzione. Gli apostoli volevano i primi posti. Ci sono parecchi passaggi del Vangelo in cui si legge questo: "Volete lasciarmi anche voi?", "Ancora non capite?", "Neanche un'ora sapete vegliare?", "Vade retro Satana!".
Forse la Passione di Gesù è iniziata ben prima del giovedì santo. Sono stati anni di sofferenze umane, di solitudine umana, di incomprensioni con gli uomini. Fin da Giuseppe e Maria: "Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Tutte cose che rendono la vita delle persone un calvario. Gesù aveva dalla sua solo il Padre. Solo lui lo capiva.
Letta così, forse anche il Triduo non è solo la rinuncia al week-end.

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