giovedì 25 aprile 2019

25 aprile, come ogni anno

Come ogni anno, ecco il 25 aprile.
Qualche riflessione sparsa.

Ieri sera sono stato alla presentazione del libro Io non stavo a guardare, promosso da Fiamme Verdi e amministrazione comunale.
Elia Ravelli, nell'introduzione, ha stigmatizzato il comportamento di chi si dissocia dal 25 aprile, chiedendosi se negli USA o in Francia sarebbe possibile dissociarsi dalle feste nazionali del 4 luglio e 14 luglio. Ovviamente no. Però bisogna dire che le feste nazionali di USA e Francia celebrano avvenimenti "nazionali", non la fine di una guerra civile. Di più: entrambi quei Paesi hanno vissuto - come Spagna e Italia - una guerra civile. Ma Francia, Spagna (dove la festa nazionale è il giorno della scoperta dell'America, 12 ottobre) e USA non hanno giornate di festa che ricordano la fine della guerra civile, avvenimento che ha sempre dei vincitori e dei vinti. Solo noi italiani abbiamo una festa che celebra la vittoria di una parte (quella giusta, per fortuna) su un'altra all'interno della stessa nazione. Le feste delle altre nazioni sono un momento di orgoglio unitario, come poteva essere da noi il 4 novembre. L'unico caso simile al nostro potrebbe essere il Portogallo, che celebra nel 25 aprile la fine della dittatura fascista, e mi piacerebbe verificare se in quel caso l'adesione è così incondizionata. Resta inoltre la differenza che in Portogallo non c'è stata una guerra civile, ma una transizione pacifica.
Tornando al libro, gran bel lavoro. Uno sguardo a 360°, che ricorda i partigiani, le vittime innocenti, le vittime sul fronte sbagliato - quello repubblichino - e le ambiguità di un'esperienza. Onore comunque a chi decise di fare qualcosa, senza aspettare che gli americani arrivassero al Brennero da soli.

Mi viene in mente una cosa: la Resistenza nasce dopo l'8 settembre, che nasce a sua volta dopo il 25 luglio. Forse ogni tanto si dovrebbe spendere qualche parola anche per i firmatari dell'ordine del giorno Grandi. Fecero la cosa giusta, allora. In ritardo, e in modo largamente insufficiente a compensare le colpe precedenti, ma diamo loro atto di aver indovinato almeno quell'atto.

Ultima annotazione, che credo di aver già ripetuto anche altre volte: spiace sempre constatare l'assenza dei rappresentanti di centrodestra alle celebrazioni. Non di quelli di Riprendiamoci Ospitaletto, ché ce lo si può aspettare (anche se non giustificare, secondo me), ma di quelli di area Forza Italia.

2 commenti:

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  2. Quando il 25 Aprile diventerà realmente una festa di tutti (in consiglio, abbiamo proposto "Parco della riconciliazione", anziché della "resistenza"), quando a chi combatté per la RSI (tra cui molti ospitalettesi) verrà data la stessa dignità di chiunque, che non significa equiparazione attenzione, quando ci sarà un clima sereno, che permetterà ad ognuno di commemorare i "propri" caduti senza incappare in provvedimenti giudiziari o divieti del Prefetto, allora parteciperemo anche noi. Probabilmente, vista la sempre più scarsa partecipazione dei cittadini alla commemorazione del 25 Aprile, che in qualche grande città sfocia addirittura in aggressione verso chi vi partecipa (vedi brigata partigiana ebraica), qualche riflessione dovrebbero farla pure gli organizzatori.

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