venerdì 22 febbraio 2019

Prospettive politiche

Ieri ho divagato un po' leggendo alcuni commenti sulle primarie PD, che in effetti stanno generando un interesse molto ridotto rispetto alle altre tornate.
Un po' è normale: un partito al 30% interessa di più di uno al 15%. Un po' la cosa è figlia dell'atteggiamento defilato di Renzi, che priva l'argomento di un frontman ad alta notiziabilità (che brutta espressione!). I cattivi dicono che Renzi lo fa apposta, dando istruzione anche ai renziani di disinteressarsi della discussione, per dimostrare che senza di lui non c'è partito.
Al di là di questo, però, mi ha fatto riflettere un commento che faceva notare che, in ogni caso, il PD è sulle posizioni più impopolari per tutti i temi alla ribalta. Quota 100 e reddito di cittadinanza sono bandiere popolari*, e il PD si oppone. Sull'immigrazione, ogni posizione a meno a "destra" della Lega oggi è impopolare (infatti il M5S ha fatto presto ad appiattirsi su Salvini). Al PD non resta che sfottere l'incompetenza, ma anche questa non è una posizione molto popolare.**
Qualche tempo fa pensavo - e la parte ottimista di me lo pensa ancora - che queste battaglie popolari sbatteranno contro la realtà. Però mi viene un dubbio. Sbattere contro la realtà vuol dire che l'economia presenterà il conto: il reddito e quota 100 sono misure insostenibili su larga scala, quindi o la montagna partorirà un topolino (pochi beneficiari), o la situazione diverrà insostenibile in poco tempo, specie in condizioni di recessione economica (deficit, spread eccetera).
Però mi sono ritrovato a pensare a cosa potrebbe succedere dopo.

Torneranno di moda i "responsabili"? Non credo. Credo che ormai l'elettorato sia disposto a seguire chi gli prometterà comunque altre misure popolari/populiste. Come detto, i partiti "responsabili" sono invece su posizioni impopolari.
Quali misure popolari, ma alternative a quelle del governo gialloverde si potrebbero offrire? Non credo che ci sia alcuno spazio di agibilità. Spero di sbagliarmi, d'altra parte io non faccio il capo di partito.
Però così, su due piedi, ho paura che semplicemente si ricomincerebbe il giro: un Di Battista qualunque ancora più populista, pronto a prendersela con i poteri forti che hanno fatto fallire Di Maio, contro l'Europa, contro la casta, Macron, l'apparato, la "manina".***
Con la differenza che ad ogni giro di giostra la situazione oggettiva peggiora: più debiti, meno agibilità economica, credito esaurito con una Commissione UE in cui ci saranno più Merkel, più Verhofstadt, meno socialisti. Le promesse saranno quindi ancora più mirabolanti e impossibili.
Ma pensiamoci: in un Paese in preda alla paura (cfr. l'ultimo rapporto Censis)****, in fondo, ha importanza che le promesse siano realizzabili o meno? Già oggi sembra che questo non sia un elemento dirimente nelle scelte politiche degli italiani.
Guardando più in là, quindi, ho paura che poi arriverà davvero una specie di "sospensione della democrazia". Non però il fascismo paventato dagli anti-Salvini. Nemmeno qualche genere di rivolta popolare: in Italia non c'è questa cultura, siamo il popolo che vuole fare la rivoluzione con i carabinieri (cit. Montanelli). Penso a una specie di governo Monti al quadrato, un governo tecnico imposto internazionalmente per salvare il salvabile. Ironicamente, chi ci sarà in prima fila a sostenerlo? Indovinato: il PD, o quel che sarà diventato.

Più in generale, mi vien da pensare che dai tempi della fine delle ideologie l'elettorato vota sempre in base alle promesse. Anche prima, naturalmente, ma forse prima entrava anche in gioco una valutazione ideologica (comunismo vs. anticomunismo). Dopo la caduta del muro di Berlino invece l'unica ideologia residua è quella del nuovismo (Berlusconi '94, Renzi, M5S).
Quanto alle promesse, finché c'è stato qualche spazio per fare debito lo si è fatto, tra un'assunzione statale e un prepensionamento. Il problema è che ora non c'è più trippa per gatti, e cosa vuoi promettere? Eppure ci si spertica in descrizioni del radioso avvenire.
Razionalmente, io che non capisco nulla vedrei bene una lotta di classe verso il famoso 1% più ricco: per stare meglio noi dobbiamo prendere i soldi agli speculatori malvagi. Lì almeno di soldi ce ne sarebbero davvero. Tutto da dimostrare quanti siano questi soldi, e quanti quelli aggredibili davvero, ma capirei un ragionamento di questo genere.
Invece questa retorica da Potere al Popolo non funziona più. Forse riconoscersi di classe inferiore non va più di moda: il popolo impaurito non accetta di sentirsi inferiore a qualcuno, non accetta di perdere il suo status di borghese per quanto piccolo piccolo per ritrovarsi proletario, e preferisce prendersela con qualche nemico più povero ancora.

E intanto si divorzia dalla realtà.

P.S. Dopo aver scritto questo disordinato rantolo, ho trovato in rete questo pezzo che mi pare assomigli al mio in alcune idee di fondo.


* Per inciso, la flat tax non sarebbe stata così popolare, e Salvini è stato abile a prendere l'occasione dell'alleanza con gli statalisti 5 stelle per virare sulla sua battaglia più nazionalpopolare, quella sulla Fornero.
** Io non sono sui social, ma mi è capitato di vedere la bacheca facebook di una persona che conosco, che di solito votava Berlusconi. Da una singola occhiata c'erano due post così: "Crolla il ponte Morandi, 43 morti e nessun giudice indaga Delrio. Salvini ferma gli immigrati e lo indagano subito!!1!" e "Beppe Sala parla contro il degrado del Palasharp, ma intanto vuole costruire un'altra moschea!!1!". Due cose del genere sono così pieni di fallacie logiche (Delrio non era più nemmeno ministro quando crollò il ponte... come se avesse dato lui un ordine specifico, cosa per la quale è indagato Salvini, che di quell'ordine se ne vanta), ma al contempo così popolari, che non credo che fare i maestrini possa essere popolare. Anzi, si finisce per fare la figura dei professoroni, gli "amici di Monti".
*** Probabilmente ci sarebbe una percentuale di elettori sempre crescente di gente disgustata e/o disillusa, che starebbe semplicemente a casa. Questi sono un bacino grande, ma non so quanto recuperabile alla "responsabilità".
**** Su questo bisogna dare atto a Renzi che, in mezzo a un sacco di fuffa, aveva tentato di cambiare la narrazione prevalente.

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