mercoledì 13 febbraio 2019

Attualità del giorno del ricordo

Qualche giorno fa è stato il Giorno del ricordo.
A tal proposito, ho trovato molto azzeccato questo commento.
La tragedia delle genti perseguitate tra il 1943 e il 1947 nelle terre sul confine orientale affonda le sue radici in una concezione disumana dei rapporti di forza tra popoli. Una concezione che nega la dignità della persona, della sua identità, della sua cultura, anzi che considera una cultura superiore a un'altra, che generalizza, non si approccia con il singolo ma fa di tutta l'erba un fascio ("tutti gli italiani sono fascisti!"). Una cultura degeneratamente nazionalista, che vuole imporre alle persone una lingua, un pensiero politico, un modo di vivere.
Queste culture sono essenzialmente fasciste. Fu fascista - ovviamente - l'operato del governo italiano in quelle terre prima del 1943, con l'italianizzazione forzata e le rappresaglie nelle zone occupate. Fu fascista il comportamento degli slavi che se la presero con gli italiani di Istria e Dalmazia, a volte solo perché italiani, e quindi per forza fascisti. Fu fascista il comportamento dei comunisti jugoslavi (e di qualche collaborazionista italiano), che consideravano il successo e la conquista come traguardi meritevoli di qualsiasi angheria e violenza, anche generalizzata e ingiustificata.
Ha ragione Salvini quando dice che le vittime delle foibe sono uguali alle vittime della Shoah. Pur restando le ovvie differenze storiografiche tra i due fenomeni (in termini per esempio di cause e di numeri), non possiamo fare vittime di serie A e di serie B. Sia gli ebrei che gli italiani infoibati furono vittime di ideologie nazionaliste e totalitarie, prive di rispetto per la persona e la dignità umana.
Suscita in me perplessità il fatto che a volte, oggi, il ricordo delle foibe sia cavalcato da frange che sembrano inclini a un certo nazionalismo piuttosto marcato (per non parlare di quelle minoranze apertamente indulgenti con il fascismo). Allora la storia non insegna nulla?
Come scrive il commento che ho citato in apertura, le foibe ammoniscono a dire basta con i nazionalismi e le culture divisive, del "noi contro di loro", della superiorità di una ideologia, di una razza, di una cultura su un'altra. E' necessario coltivare la fraternità e il rispetto della dignità della persona, che sia ebrea, istriana, africana o di qualunque parte del mondo.

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