martedì 11 luglio 2017

Up for grabs

In inglese c'è questa espressione, "up for grabs", che significa "in palio, disponibile", riferito specialmente a gare sportive. Però la locuzione inglese è più espressiva, dà l'idea di un qualcosa lì da prendere, da afferrare, su cui mettere le mani.
Quest'anno mi pare che ci sia in atto in molti sport un cambio generazionale per cui alcuni "grandi vecchi" sono più attaccabili, ma i giovani della generazione successiva non sono ancora arrivati.

Succede nel tennis: tra le donne è evidente da un paio d'anni, con un turbinare di nomi negli slam e nei primissimi posti della graduatoria mondiale, ma anche tra gli uomini a Wimbledon sarà una bella lotta.

Succede nell'atletica: basta pensare al Bolt a fine carriera.

Succede nel ciclismo, con un Froome forse non più così dominante, un Quintana che non è sbocciato appieno, un Contador ormai abbondantemente tramontato. Anche al Giro il Nibali di 2-3 anni fa non avrebbe mai perso contro Dumoulin.

In queste condizioni la qualità media delle competizioni si abbassa, ma di solito sono più combattute e divertenti. Il Tour è "up for grabs" più di altri anni (precedenti e, probabilmente, futuri): forza Aru, quindi, anche se non è un campione di simpatia.

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