mercoledì 19 luglio 2017

Malthus, è lei?

Qualche tempo fa ho assistito a una conferenza con don Fabio Corazzina e Marco Fenaroli che parlavano dell'enciclica Populorum Progressio.
Durante la conferenza don Fabio ha citato vari indicatori, per dire che se stiamo bene o male dipende dal metro di misura: per PIL tutto sommato stiamo ancora bene, ma per esempio se osserviamo l'impronta ecologica scopriamo che in Italia consumiamo molte più risorse di quante ne abbiamo a disposizione: 4.61 ettari equivalenti a testa contro una disponibilità di soli 1.08. Per le "classifiche ecologiche" quindi siamo piuttosto in fondo.

Questo spunto mi ha fatto riflettere sull'atavico problema della disponibilità di risorse.
Sappiamo che al mondo si produce abbastanza ricchezza per tutti: il PIL mondiale, a parità di potere d'acquisto, è circa 120mila miliardi di dollari all'anno, che spalmati per tutti gli abitanti della Terra (diciamo 7,5 miliardi) fa in media 16mila dollari a testa all'anno, compresi i neonati: direi quanto basta.
Per quanto riguarda il cibo, il problema sollevato a suo tempo da Malthus, la rivoluzione industriale e l'agricoltura intensiva hanno praticamente risolto il problema (per ora, ma c'è ancora spazio per aumentare la produttività), tanto che i richiami sono per lo più sullo spreco di cibo.


Però il discorso dell'impronta ecologica è molto più critico. Vedo che non solo l'Italia, ovviamente, consuma più risorse di quelle disponibili: tutto il mondo è oltre la soglia.
Però è evidente dalla lista dei Paesi che l'impronta ecologica è elevata laddove c'è benessere e alta qualità della vita. Se davvero la disponibilità di risorse globale è pari a 1.78 ettari equivalenti a testa, i Paesi che stanno sotto questa soglia sono quelli che seguono la Moldavia, non una grande prospettiva.
Questo fatto è visivamente chiaro in questa immagine, in cui però il limite di sostenibilità è a 2.01 ettari a testa, secondo i dati del 2008: la riga rossa verticale va spostata ancora più a sinistra. Sull'asse Y invece c'è l'indice di sviluppo umano: tutti i Paesi con indice di sviluppo superiore a 0.8 (che non è una gran cosa) consumano troppo.
Questo vuol dire che per mantenere uno stile di vita non sprecone, ma dignitoso dobbiamo in ogni caso consumare troppo? Ovvero: non è possibile, con le risorse che abbiamo, garantire standard di vita non lussuosi, ma nemmeno "europei" a tutti? Il nostro modello deve essere la Moldavia, senza contare che la Terra non diventa più grande, e il limite di 1.78 ettari a testa calerà ancora all'aumentare della popolazione?

Siamo in troppi?

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