giovedì 12 febbraio 2015

L'importanza del dissenso

Nei giorni scorsi ho avuto l'occasione di partecipare all'incontro di questa bella rassegna riguardante la Rosa Bianca.

Conoscevo già un po' l'argomento, per un interesse personale di mia moglie e per la visione di un film a tema. Ma fa sempre bene ritornare sull'argomento.

Della Rosa Bianca colpiscono tante cose.
Colpisce la solitudine dei ragazzi. Ne ho già detto tante volte: com'è possibile che in tutta la Germania ci fossero così poche persone a rendersi conto di ciò che stava succedendo? E com'è possibile che così pochi si siano ribellati, anche tra gli accademici?

Colpisce la maturità e la consapevolezza dei ragazzi. E' impressionante la loro capacità di pensare con la propria testa. Alla loro età e nonostante l'ambiente in cui erano cresciuti sono stati in grado di elaborare un pensiero teorico molto complesso sul nazismo e la sua filosofia di sopraffazione, come si legge nei volantini.
A una forte preparazione culturale hanno accompagnato anche la rielaborazione delle loro esperienze dirette sul fronte, ma la loro opposizione al nazismo era già chiara nel 1941, quando Hitler sembrava trionfare in tutta Europa.
Questo senso critico deriva sicuramente da un'educazione familiare valida, dalla formazione culturale e dalla ricerca continua di guide autorevoli.

Assieme alla loro maturità, colpisce anche il grado di idealismo dei ragazzi, tipico della loro età. Loro erano convinti di poter cambiare qualcosa, risvegliare le coscienze. E qui torniamo invece alla loro stupefacente solitudine.

Colpisce la convinzione dei ragazzi. La certezza di essere nel giusto, che non nasce da fanatismo ma da una profonda analisi intellettuale. E non potrebbe essere altrimenti, visto che l'ambiente culturale e gli input che ricevevano erano tutti di segno opposto.

Questo fatto mi ha fatto riflettere sull'importanza del dissenso e della sua possibilità di espressione. E' sempre necessario che a fianco di quella che è la posizione dominante, di maggioranza vengano espresse e pubblicizzate anche le posizioni alternative.

Questo pluralismo non vale solo in opposizione alla tirannia, o quando ci ritroviamo in minoranza e vogliamo avere il diritto di esprimere una cosa di cui siamo convinti.
Il pluralismo delle posizioni, delle opinioni, dei punti di vista è necessario anche quando siamo in maggioranza, anche quando le idee espresse sembrano meno giuste e corrette, anche quando queste vanno contro il senso comune.

Infatti anche se siamo convinti di essere nel giusto, ascoltare osservazioni, controdeduzioni, ragionamenti opposti ci costringe a tenere esercitata la nostra razionalità e la nostra capacità di critica per dare ragione delle nostre posizioni.
Qualche volta potremo anche cambiare idea, ascoltando posizioni diverse, ma anche se non lo faremo il confronto sarà stato utile a rafforzarci sulla nostra posizione in modo argomentato e non pregiudiziale.

Questo vale anche per quelle opinioni che riteniamo inaccettabili (si pensi al negazionismo, o alle teorie razziste: guarda caso proprio quelle contro cui si battevano i ragazzi della Rosa Bianca), che vanno smontate con la testa e non rifiutate con la pancia.

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