martedì 4 novembre 2014

Sul caso Cucchi

Non ho seguito con molta attenzione il caso Cucchi, quindi non ho un parere definito sul merito della vicenda.
In mezzo a tutto il casino che è scoppiato dopo la sentenza di assoluzione, però, condivido alcune letture interessanti, che ci ricordano alcuni principi fondamentali.

Intanto, le sentenze si rispettano in ogni caso, e la presunzione di innocenza è un principio di civiltà sacrosanto. Meglio un presunto colpevole in libertà che un possibile innocente in galera.

Questa storia (è un pochino lungo, ma leggetelo, ne vale la pena) ci ricorda comunque che è meglio non generalizzare: non esiste "la polizia" o "i drogati", esistono i singoli poliziotti e i singoli tossicodipendenti.
Non generalizzare significa anche non avere opinioni per partito preso (il tifo: ACAB e va dicendo) ma perseguire la verità in ogni singolo caso.

E i casi che evidenziano dei problemi devono portarci a riconsiderare le regole, se necessario. Perché in futuro non si ripetano. Un ragazzo è morto in circostanze poco chiare in strutture pubbliche? Si lavori perché in futuro questo non si ripeta, e se malauguratamente si dovesse ripetere si lavori affinché sia possibile individuare il colpevole. Si aumentino le garanzie per tutti: niente poliziotti o medici "cattivi" impuniti e niente poliziotti o medici innocenti che rischiano (e fino al terzo grado ce ne sono, che ancora rischiano) la galera.

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