martedì 9 settembre 2014

Da stadio

Ieri si parlava com mio padre della scarsa affluenza all'assemblea di presentazione del bilancio della scorsa settimana. Nulla di nuovo sotto il sole, secondo me.
Lui però ricorda quando tra gli anni '70 e '80 l'interesse verso la politica era molto più diffuso. Magari non c'era grande partecipazione attiva, ma in giro si parlava di politica, ci si interessava, si era informati. La sensazione è che oggi questo non succeda più, o succeda di meno.

Leggendo questo intervento di Luca Sofri, che parla della degenerazione di twitter, mi chiedo se non sia successo qualcosa del genere anche in politica: la degenerazione della contrapposizione, esasperata nella Seconda Repubblica e in particolare dalla presenza di una figura divisiva come Silvio Berlusconi, ha trasformato la politica in una cosa "da stadio" nel senso deleterio del termine.

Ecco allora gli stadi vuoti, le facce interessate che si contano su una mano, e gli altri che al più si interessano di guardare la "partita" in televisione.

Davanti a un simile scenario, è sempre più urgente una nuova formazione.

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