martedì 20 maggio 2014

Grillo e Vespa

Ieri sera, come milioni di italiani, ho visto la performance di Grillo da Vespa.

Se l'è cavata decisamente bene. Niente di trascendentale, s'intende, ma comunque bene, per il livello a cui siamo abituati.
Il suo quasi-monologo è stato un insieme di molti ingredienti, tipici del repertorio grillino, ma difficili da smentire.

Ci sono state le facilonerie, quelle che a me personalmente fanno più paura. Grillo propone soluzioni facili a problemi difficili: "Il fiscal compact - via!", o "Basta spostare la produzione dagli F35 a qualcos'altro". Io sono convinto che soluzioni così non esistono, che la realtà sia molto più complessa di come la dipingono i 5 stelle. Dovrebbero averlo capito anche loro, dopo l'esperienza di Parma, ma niente da fare. E comunque anche se l'avessero capito non è cosa da dire in campagna elettorale.

Ci sono state le inesattezze, le cose da fact checking: "In America è pieno di stampanti 3D, fanno quello che vogliono", "Centomila pensionati d'oro ci creano il buco delle pensioni", "Alba Dorata in Grecia è al 18%", "Il fiscal compact ci costa 55 miliardi di tagli all'anno" e un sacco d'altri. Fare un fact checking di un tale profluvio di parole dati numeri affermazioni semplificazioni è fisicamente impossibile, e ciò salva il comico. Sarebbe interessante fare un test: prendere due minuti a caso e vedere quante inesattezze saltano fuori, in modo da avere una stima delle balle al minuto.

Ci sono state le elusioni: Grillo non ha risposto alle domande sulle (im)possibili alleanze, sostenendo di volere il 51%, anzi il 100%. Le coperture sul reddito di cittadinanza sono vaghe e assolutamente non tornano i conti, come ha cercato di far notare Vespa. Ancora si insiste con i costi della politica come panacea di ogni male, e con i numeri farlocchi sul gioco d'azzardo.

Ci sono state le sparate populistiche, i "devono andare tutti a casa", i "processeremo l'informazione", il politometro addirittura ("sono quattro conti, cinque parametri, c'è già l'algoritmo").

Due cose interessanti però le ho trovate.
La frase sulle pensioni, secondo cui non possiamo intenderle come un recupero del già versato da ciascuno, ma anche come una forma di solidarietà, è condivisibile, e non ci avevo mai pensato bene (in effetti, se ciascuno si riprendesse il suo, tanto varrebbe abolirle e lasciare a ciascuno il compito di mettersi via i soldi).
La posizione sull'immigrazione è stata: sì all'asilo per i rifugiati, per gli altri si prendono solo le quote. Una posizione da criptodestra. Chissà perché Grillo su questo argomento è così diverso dalla sua base "naturale", la sinistra, se per calcolo elettorale o per personale idiosincrasia all'immigrazione abbondante.

Sull'efficacia, mi trovo d'accordo con Malvino.

Resta il fatto che non capisco a cosa serva votare un partito come il M5S alle elezioni europee: anche se facessero il botto, conquistando magari 30 seggi, a Strasburgo sarebbero in 30 su 750, visto che non hanno un gruppo europeo di riferimento: il 4%, ancora più insignificanti che nel Parlamento italiano (dove lo sono per scelta).

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