martedì 4 febbraio 2014

Sulla compensazione ecologica

Torno sul tema della compensazione ecologica, come avevo promesso nello scorso messaggio.

Ho cercato in rete, e ho rintracciato questo piccolo articolo in tema. Parla del calcolo della compensazione ecologica così come normato in Lombardia. Il principio della compensazione consiste nel compensare (appunto) il danno ecologico causato dalla perdita di un'area naturale che viene antropizzata migliorando la qualità di un'altra area naturale. Per definire la corretta compensazione, la formula proposta è la seguente:

                 AD x VND x FRT x FC x D

ABNmin = -------------------------------------

                            VNN – VNI

in cui:



  • ABNmin: area di compensazione, su cui si agisce migliorando la qualità;

  • AD:  area persa perché urbanizzata;

  • VND: valore naturale dell'area persa;

  • VNN: valore naturale dell'area migliorata, dopo il miglioramento;

  • VNI: valore naturale dell'area che va migliorata, prima dell'intervento migliorativo.


Cosa sono questi valori? Diciamo che sono dei "voti" alla qualità delle aree su cui lavoriamo, che vanno da 0 a 10. Nel file linkato ci sono i parametri per la valutazione di questi "voti". Trascuro gli altri parametri perché ai fini del discorso che voglio fare li considererò di valore pari a 1 (il concetto di fondo non cambia).

Facciamo un esempio. Supponiamo che io abbia 10 ettari di campi, di valore ecologico 2, che decido di edificare.
Per compensare prendo un'altra area di campi (sempre valore 2) e voglio trasformarla in bosco (valore 6). Quanti ettari devo trasformare?
Applicando la formula, si ha che il numero di ettari da trasformare vale (10 x 2 x 1 x 1 x 1)/(6-2) = 5 ettari.

Se edifico i miei 10 ettari e trasformo questi altri 5 ettari in bosco, il conto torna: prima avevo 15 ettari di campi di valore 2, quindi un valore totale di 30 "punti". Dopo l'edificazione ho un valore ecologico di 5 ettari di bosco di valore 6, quindi ancora 30 "punti".

Però è chiaro che questo metodo parte dal presupposto di coprire suolo, infatti è un metodo di compensazione da applicare per aree consumate: non credo che sia corretto presentarlo come un approccio a "consumo zero".

Inoltre c'è un altro fattore di debolezza di questo metodo di calcolo, ancora più importante, secondo me: esso non tiene in alcun modo in conto della destinazione d'uso del terreno perso. Nel nostro esempio, quindi, sui 10 ettari occupati potremmo costruire una discarica di scorie radioattive a cielo aperto, che comunque la compensazione ecologica sarebbe rispettata.

Invece mi sembra chiaro a tutti che una cosa è passare da 15 ettari di prato a 5 ettari di bosco più 10 ettari di discarica, e una cosa completamente diversa è passare da 15 ettari di prato a 5 ettari di bosco più, che so, 10 ettari di museo con parco annesso. Il metodo utilizzato trascura completamente questa differenza*.

Ai fini di Ospitaletto, questo cosa ci dice? Secondo me ci dice che bisognerà comunque vigilare sulla destinazione delle aree produttive, monitorando l'impatto ambientale delle future trasformazioni. Solo allora si potrà valutare il bilancio ambientale del PGT.


* Nota matematica con elucubrazione mentale di nulla rilevanza pratica: per tenerne conto bisognerebbe sostituire il termine VND della formula con una differenza (VND-VNfin), dove VNfin sarebbe il valore naturale finale dell'area dopo l'antropizzazione. Questo valore dovrebbe avere scale anche negative: i "voti" proposti nel documento arrivano a un minimo di zero per grandi edifici, strade, cantieri e consimili, ma mi pare che al confronto la famosa discarica di scorie di cui sopra si meriterebbe un bel -10...

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