lunedì 30 aprile 2012

Alma mater

Post (quasi) del tutto personale, che interesserà a pochi.

Ok, avete deciso di leggere? Poi alla fine non dite che non vi avevo avvertito :-)

Ho saputo che il liceo di Rovato, dove ho studiato, l'anno prossimo non riuscirà a fare una prima di scientifico per mancanza di iscrizioni. Mi dispiace, sentimentalmente.

Quando ci andavo io, qualche lustro fa, c'erano tre sezioni del mio anno, e quattro di anni più giovani. Mi dicono che ora le quinte sono cinque (dalla A alla E), le terze due di cui una da 14 alunni dopo la "fuga" di alcuni alunni verso il Marco Polo, per l'anno prossimo nemmeno una prima. Un crollo verticale, insomma.
Non riesco proprio a capire perché. Io sono uscito preparato bene da lì, e molti professori che insegnavano a me sono ancora sulla breccia.

Io ho sempre ritenuto che in realtà, una volta scelto l'indirizzo, una scuola valga l'altra: la preparazione degli alunni secondo me dipende per l'85% da quanto il ragazzo ha voglia di studiare e solo per il 15% dai professori che incontra, e sono convinto che ogni scuola abbia la sua percentuale di insegnanti deleteri. Anche le mie esperienze con le lezioni private a ragazzi di varie scuole mi hanno confermato che qualche "mela marcia" si trova sempre.

Mi sembra strano che tante famiglie, non tanto di Ospitaletto (che comunque non è lontano da Brescia), quanto di paesi come Erbusco, Rovato, Cazzago e limitrofi decidano di mandare i figli a fare il liceo in città, spendendo di più sia in soldi che in tempo, invece di usufruire della possibilità più comoda.
Sono proprio mode: negli anni scorsi andava di moda il Copernico, ultimamente c'è stato un boom di iscrizioni al Leonardo, che ai miei tempi non aveva un'ottima fama (e con cui un mio parente sta avendo qualche delusione, in verità).

Poi, in realtà, se andiamo a vedere la classifica delle scuole lombarde secondo il rendimento degli ex-studenti all'università, stilata dalla Fondazione Agnelli, troviamo che l'istituto di Rovato (attenzione: liceo + IPSIA) si colloca in una dignitosa posizione 105 su 453 istituti superiori, non lontano dal trendy Leonardo (posizione 87), che però è solamente liceo e quindi viene in qualche modo avvantaggiato, e davanti ad istituti celebrati come l'Arici (166) o il liceo di Adro (161). Insomma, non sarà l'eccellenza, ma una scuola dignitosa sì!

Una parola sulle scuole private: nelle prime 50 scuole della graduatoria ci sono 4 scuole private, nelle ultime 50 ce ne sono 42 (ah, i diplomifici...). In generale, al di là dell'exploit dell'istituto primo in classifica, le prestazioni di chi esce dalle private non si distinguono particolarmente, anzi. Limitando il discorso ai licei scientifici in provincia di Brescia, il primo istituto privato (Santa Maria degli Angeli, Brescia) è alla posizione 141, dopo ben 11 licei pubblici... Forse che il clima delle private è troppo protettivo, e i ragazzi non sono abituati ad arrangiarsi con gente che tendenzialmente non li caga considera come succede all'università?

Comunque, resto un sostenitore convinto della scuola pubblica, che mi ha accompagnato per 19 anni di studi, in cui ho incontrato professori bravi e altri meno (ci vogliono anche loro, sennò non sarebbe una classe, sarebbe un lager!), ma da cui sono uscito certamente preparato. E pubblicamente ringrazio professori come Cesare Groppetti, Emanuela Caretta, Maria Attilia Venturini, Gianluigi Lazzari che mi hanno insegnato moltissimo di ciò che so, mi hanno fatto amare le materie e mi hanno anche dato esempi di correttezza nelle relazioni, ed anche altri come Pagnoni e Arietti che in modo diverso mi hanno comunque costretto a imparare bene le loro discipline.

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