lunedì 9 gennaio 2012

Ospitaletto commissariato: di chi è la colpa?

A distanza di qualche settimana dal commissariamento del nostro Comune, c'è stato il tempo per farsi qualche idea su come sia andata e, soprattutto, su come siano distribuite le responsabilità.

Secondo me non è colpa di nessuno in modo particolare: si è trattato di una concatenazione di eventi sfortunati, che sono andati tutti nel verso sbagliato incastrandosi nell'unica combinazione che ha reso inevitabile il commissariamento. Trovo in un certo senso giustificabili, o almeno comprensibili, i comportamenti di tutti gli attori in causa.

E' colpa di Forza Nuova? Forza Nuova "ci ha provato": ha iniziato una campagna di raccolta firme pur non avendo un autenticatore a disposizione (autenticatore di cui è richiesta la presenza all'atto stesso delle sottoscrizioni, e non ex post). Non so se l'abbiano fatto scientemente o ignorando la regola, fatto sta che una volta raccolte le 100 firme necessarie - traguardo assolutamente non scontato - pur di non disperderle e di riuscire a ottenere il grosso risultato di presentarsi hanno cercato di sistemare la cosa in qualche modo. Un comportamento non limpido, ma comprensibile.

E' colpa del sig. Festa, consigliere comunale di Lumezzane, che ha accettato di autenticare le firme di Forza Nuova? Qui la questione non mi è chiara: com'è possibile che lui abbia accettato di dichiarare che le firme sono state raccolte alla sua presenza? Forse è stato davvero in visita a Ospitaletto in qualche momento? Forse ignorava esattamente la norma? Più probabilmente ha accettato di dare una mano a qualcuno che conosce (il candidato sindaco Salvinelli?), magari affidando all'esame successivo della commissione elettorale provinciale la valutazione sulla legittimità dell'atto.

E' colpa dei consiglieri comunali uscenti, che hanno rifiutato di autenticare le firme? Direi proprio di no: era loro legittimo diritto rifiutare. Se fosse stato loro richiesto di autenticare firme alla cui raccolta non hanno partecipato, il rifiuto sarebbe stato addirittura doveroso (accettare equivale a una dichiarazione di falso). Ma anche se la richiesta fosse stata per un'autenticazione durante la raccolta avrebbero avuto mille motivi per rifiutare, da quelli pratici (l'impegno di tempo) a quelli ideali (divergenze di idee) a quelli di opportunità. Tanto più che l'alternativa esiste: le firme possono essere autenticate dal segretario comunale, effettuando la raccolta direttamente presso gli uffici comunali (come per i referendum). Non è vero che è necessario pagare un notaio, come ha sostenuto Forza Nuova. Certo sarebbe stato molto più difficile raccoglierle: non sarebbe stato possibile farle passare per firme "contro il degrado" o "contro la prostituzione", come nei gazebo...

E' colpa della Commissione elettorale provinciale, che ha ammesso la lista nonostante fossero già stati sollevati dubbi? Mi sento di dire di no: la Commissione non è un tribunale, e prima di escludere una lista per un vizio che potrebbe essere interpretato come formale ci va con i piedi di piombo. E' un po' il principio del favor voti: dare a tutti la possibilità di esprimersi con più scelte possibili. Nei casi dubbi, tra escludere una lista che magari era invece ammissibile e ammettere una lista che forse andrebbe esclusa si tende sempre (giustamente, secondo me) a rischiare nella seconda direzione più che nella prima.

E' colpa della Giudici, che ha presentato il ricorso? Certo, io non l'avrei fatto: fin dall'inizio sostengo che sarebbe stato più elegante saper perdere e accettare il risultato. Però ha fatto un atto certamente legittimo, che acquista ancor più validità alla luce della sentenza favorevole (non era un atto ingiustificato, quindi). Poteva scegliere di non farlo? Certamente, ma è stata nel suo diritto.

E' colpa del TAR? Secondo me, qualitativamente, il numero di voti di Forza Nuova sarebbe stato sufficiente a "sanare" la questione firme, ma io sono un ignorante di legge e quindi il mio parere conta zero. Leggendo la sentenza sembra che ci siano dei buoni motivi che giustificano la decisione presa, valuterà poi il Consiglio di Stato. Sicuramente il distacco tra Giudici e Sarnico è tale da rendere influenti i voti di Forza Nuova, come è ben specificato nella sentenza.

Vista quest'ultima osservazione si potrebbe anche arguire che hanno "colpa" i cittadini di Ospitaletto, perché se non avessero dato tanti voti a Forza Nuova (in modo così sorprendente) non sarebbe probabilmente successo nulla, ma questa è ovviamente una provocazione: non si può pensare che la gente "si sbagli" quando vota, su questa china non si ottiene nulla di buono.

Insomma, si è generata una concatenazione di fatti che ci hanno portato dove siamo. Se solo uno dei fatti fosse andato diversamente (se Forza Nuova non fosse riuscita a raccogliere le firme, se il consigliere di Lumezzane non avesse accettato di autenticarle, se la lista fosse stata esclusa prima delle elezioni, se non avesse preso così tanti voti, se la Giudici non avesse fatto ricorso) non si sarebbe arrivati al commissariamento, invece siamo a questo punto.

Se devo scegliere di dare delle responsabilità, le attribuirei in massima parte a Forza Nuova, che ha adottato un metodo irregolare di raccolta e autenticazione firme, e a Giorgio Festa, l'autenticatore. Non sono d'accordo con chi addita la Commissione elettorale provinciale per i motivi "prudenziali" di cui sopra e per una ragione di fondo: secondo me se un giocatore commette un fallo e l'arbitro non fischia, la colpa di ciò che accade è del giocatore e non dell'arbitro (che pure sbaglia), perché senza irregolarità non ci sarebbe stato bisogno di alcun fischio, mentre senza errore dell'arbitro sarebbe rimasta l'irregolarità, seppure sanzionata.

Non sono infine d'accordo con un editoriale di Ospitaletto.org che si chiede, in pratica, cui prodest una situazione del genere. Capisco e vedo bene le difficoltà e gli intoppi che un commissariamento genera (niente di tragico, comunque), ma il rispetto delle regole conviene sempre, a tutti. Alla domanda se ne valga la pena, io dico che vale sempre la pena di fare le cose secondo legalità. Non si poteva far finta di nulla per ragioni di opportunità pratica.

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