mercoledì 6 aprile 2011

Disposizioni "transitorie"

Cinque senatori hanno presentato un disegno di legge costituzionale per abrogare la XII norma transitoria della Costituzione, che recita: "È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista."

Al di là dell'opportunità e del merito della proposta, mi sovvengono alcune osservazioni.
E' senz'altro legittimo presentare la proposta. Non capisco il clamore di chi ne chiede il ritiro: una democrazia liberale ammette la proposta e poi la boccia al voto. Cosa che si può fare tranquillamente, visto che sia maggioranza che opposizione si dicono contrari.
Questo vuol dire che si può votare tutto? No, la stessa Costituzione non è riformabile nei suoi primi articoli (i principi fondamentali), e io dico giustamente. Ma una disposizione transitoria non rientra nei principi fondamentali, indipendentemente da quello che c'è scritto.

Bisognerebbe ragionare bene sulle disposizioni "transitorie". La maggior parte dava indicazioni "tecniche" è ormai superata dagli eventi, e ci stava bene nella Costituzione del 1948. Questa norma è l'unica, praticamente, ancora in vigore, dopo l'abolizione dell'esilio ai Savoia. Essendo così un'eccezione, secondo me stona all'interno della Costituzione.
Partiti neofascisti ce ne sono sempre stati, e ce ne sono tuttora, nonostante la XII disposizione. E' in effetti solo una questione di che nome si dà al partito. Non si può impedire ad un partito di pensarla in un certo modo, e quindi di avere un'ideologia neofascista. Se per motivi storici si vuole impedire l'uso dell'appellativo "fascista", forse è il caso di inserire una norma ad hoc nel Codice Civile, nel Codice Penale, nelle leggi elettorali ordinarie o in qualche posto equivalente e - dopo - togliere il riferimento dalla Costituzione. Io farei così.

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