domenica 13 febbraio 2011

La legge e la Legge

La lettura di questo post sul blog del vaticanista Luigi Accattoli, unita all'ascolto del Vangelo di oggi e alla lettura di quello dei giorni scorsi,  mi fa riflettere sul tema delle regole e della loro applicazione.
In particolare, questo passaggio particolarmente crudo induce a riflettere: "Chi si trova a gestire le mense e gli altri centri finisce per gestirli come se fossero dei campi di concentramento: non puoi soddisfare i desideri di uno o dovresti soddisfare quelli di tutti, devi diventare rigido, tutti devono essere trattati da uguali, nel senso peggiore."

Chiunque abbia responsabilità nel mondo del volontariato - me compreso - sa che a volte è necessario dire dei no. La giustificazione più frequente è che "non è giusto" fare dei favoritismi, che a uno si dica di dì e a un altro di no. Questo ragionamento, ampliato,  diventa il discorso del virgolettato: "non puoi soddisfare i desideri di uno o dovresti soddisfare quelli di tutti".
Ma, nel contempo, è giusto omettere di fare del bene possibile con questa motivazione? Non diventa peccato di omissione? La Legge del Signore è legge d'Amore: questa legge deve stare al di sopra di tutti i codici, i codicilli e le regole che ci imponiamo, o corriamo il rischio di diventare farisaici.

Lo stesso Gesù non ha guarito tutti i malati di Israele: ciò però non gli ha impedito di guarirne alcuni. Egli non ha risposto "non posso aiutare te, dovrei aiutare tutti gli altri" alla donna sirofenicia che chiedeva aiuto per la figlia (Mc 7, 24-30).
Nello stesso tempo, chi di noi non si è mai interrogato sulla logica, sulla giustizia dei miracoli? Perché ad alcuni sì e ad altri no? La logica divina non può essere (s)piegata con la logica umana.

Io credo che anche noi che rivestiamo una responsabilità dobbiamo stare attenti a non nasconderci dietro le regole: non tutto ciò che è legalmente corretto lo è anche moralmente. Forse è il caso di valutare una volta di più l'urgenza delle richieste, il fatto che possano essere gestite dentro le regole magari in momenti diversi, o se invece possano essere oggetto di eccezioni: è il sabato ad essere fatto per l'Uomo, non viceversa.
Certo, questo è più impegnativo: richiede il discernimento, e richiede di prendersi delle responsabilità personali, e non delegate al regolamento. Ma proprio per questo può essere anche una occasione di crescita per ciascuno.
Mi riprometto di applicare più spesso questo metodo, cospargendomi il capo di cenere per quando non l'ho fatto.

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