mercoledì 22 dicembre 2010

La maturità di papà

Mio padre ha frequentato l'istituto per geometri serale. Una faticaccia: di giorno in cantiere, la sera cinque ore di scuola, studiare nei ritagli di tempo. Fra le varie cose per cui ammiro i miei genitori, questa occupa un posto di riguardo: ammiro lui per la fatica e mia madre per la costanza che ha avuto nello spronarlo.

L'esame di maturità fu nel 1982, l'orale il 12 luglio. Allora stavo per compiere quattro anni, ho ovviamente pochissimi ricordi di quel giorno. Ho però un'immagine, come un flash, che è rimasta nitida nella memoria. E' della "notte prima degli esami".
Vedo mio padre nella mia cameretta, dove c'era una scrivania spaziosa, chino sui libri, e mia madre in piedi accanto a lui. E io che corro dalla cucina - lì c'era il televisore - a dire "hanno fatto gol! hanno fatto gol!".

Papà racconta che il giorno dopo, agli esami, il clima era abbastanza euforico, e l'esame andò bene. Ogni tanto scherzando diciamo che è diventato geometra grazie a Paolo Rossi.
Magari anche grazie a Enzo Bearzot.
Salutiamo un galantuomo. Stavo per dire un uomo d'altri tempi, ma non perdo la speranza che anche oggi ci siano uomini così. E' bello e giusto che la storia abbia fatto incrociare le strade di due Uomini come lui e Pertini, e abbia legato nell'immaginario di una nazione due simboli così autentici dell'Italia migliore rinata dopo la guerra.

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