venerdì 5 febbraio 2021

La pandemia e le zone

Ho trovato questo pezzo sull'uso dei dati sul contagio per determinare le restrizioni a cui siamo sottoposti.

Anche io sono molto scettico sul fatto che l'algoritmo in uso (quello dei 26 parametri, tra cui l'Rt fa la parte del leone) sia il migliore. Per esempio questa settimana la Toscana rimane in zona gialla, nonostante secondo i calcoli dell'INFN, che di solito trovo molto affidabili, Rt sia sopra 1 da dieci giorni.

Immagino che sia dovuto al fatto che il CTS calcola il valore con i sintomatici, quindi bisogna aspettare i dati delle ASL e c'è sempre una settimana di ritardo, inoltre c'è il fatto che l'intervallo di confidenza deve essere tutto sopra soglia per far scattare le restrizioni.

Ma se altre stime, altri indicatori (dai casi alla loro variazione, come fa semplicemente il Robert Koch Institut tedesco) sembrano altrettanto affidabili e più rapidi, forse sarebbe il caso di inserire quelli nel modello. Vedi anche il pasticcio lombardo, quando un'osservazione da profano dei dati faceva capire subito che la zona rossa era un'esagerazione.

Io capisco che ci voglia un algoritmo "chiuso", "meccanico", per evitare polemiche politiche.
Sono due mesi però che mi pare che l'algoritmo sia migliorabile. Con la raccolta di sempre più esperienza, non riusciamo a uscire dal collo di bottiglia dei dati riferiti a 15 giorni prima, e magari anche della definizione regionale per le zone, come propone Paolo Spada?
Capisco che la sanità sia regionale, e quindi per esempio non abbiamo dati sulle occupazioni di posti ospedalieri a livello provinciale. Ma per i casi (e magari anche per i decessi) questi numeri ci sono.

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