L'estate dei cinema all'aperto ha offerto Parasite.
Potevo risparmiare l'ingresso per qualcos'altro.
Film piuttosto sconclusionato. Per me un film
è prima di tutto la trama, la storia. Deve essere plausibile (non nel
senso di verosimile, ma nel senso di internamente coerente).
Invece
ho trovato questa trama e questi personaggi privi di logica, di
coerenza. Da metà film in poi è un susseguirsi (da parte mia) di "ma che
fa? Ma figuriamoci se potrebbe fare una cosa così. Ma questo prima ha
detto così e adesso fa il contrario? Ma questa scelta qua è assurda!
Questo comportamento non sta in piedi".
I personaggi sono caratterizzati in un certo
modo (il figlio abbastanza sveglio, la sorella decisamente sveglia, il
padre pasticcione). Fino a metà film la cosa regge, e infatti sembra di
essere in una specie di commediola degli equivoci stile "La banda dei
poveri ma belli". L'ingenuità della padrona di casa è un passepartout per giustificare tutto (la TBC, ma figuriamoci!). Senza pretese, ma sta in piedi, con una certa dose di divertimento.
Poi i personaggi cominciano con una serie di decisioni illogiche e insensate, che fanno virare il film verso la tragedia.
Prima la padrona di casa fa l'elogio della
raccomandazione, poi la sua governante
viene scelta tramite un'agenzia, senza alcuna conoscenza.
Il padrone di casa si fa andar bene un autista che non guarda la strada?
E la luce del salotto? "Ah, fa i capricci da
sempre". E non la fanno aggiustare neppure gli inquilini dopo. La luce
del salotto, mica quella di un ripostiglio! Quando ci sono ospiti che
figura ci fai?
Prima la famiglia di parassiti è dipinta come
gente furbissima, poi fa una serie di cose scemissime. Ubriacarsi in
salotto, durante un temporale, con i padroni in campeggio: mai ritorno
fu più telefonato. Aprire alla ex domestica - figuriamoci! Prendiamoci
il rischio di essere scoperti durante una festa! Bastava dire "la
padrona non vuole, torni quando c'è lei". La ragazza, la stessa che
diceva al padre "dobbiamo pensare solo a noi stessi", che si fa venire i
rimorsi. Il ragazzo che pensa di inscenare il matrimonio
(figuriamoci... e non glieli presenti mai i genitori? solo quel giorno
nella vita?).
La stessa ex-governante aspetta settimane
prima di intervenire per il marito? Ma che roba è? Suona e chiedi di
parlare con la nuova governante prima! O al limite vai dalla polizia!
Quello muore di fame!
E poi, una volta scattate le foto della famigliola scroccona, invece di chiuderli da qualche parte e andarsene per poi riprender loro il posto denunciandoli ai padroni di casa, si mette a infierire giocando con loro. Che assurdità.
Una roba così sconclusionata la accetto se sto guardando Scemo & più scemo o una commediola simile senza pretese. Ma se viri sulla tragedia/critica sociale allora non ci siamo.
Se
vuoi fare critica sociale la storia deve essere credibile, avere un
filo logico, se no quel che dipingi diventa implausibile e si perde la
sua forza di critica ("ma dai, è solo un film, la realtà non funziona
mica così"). Joker per esempio è molto meglio, da questo punto di vista.
Così il film diventa una cosa che non è né carne né pesce (come commedia non è granché divertente, come critica sociale è troppo inverosimile).
E comunque la critica finisce per essere nei confronti dei "parassiti": si fossero accontentati di entrare in casa i due ragazzi avrebbero avuto un bell'introito. Invece hanno fatto del male ad altre persone e hanno causato il precipitare degli eventi, complice la ragazza, novella Eva con la pesca come "frutto del peccato", come si dice in una scena con una bella fotografia.
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