lunedì 24 agosto 2020

Parasite

L'estate dei cinema all'aperto ha offerto Parasite.

Potevo risparmiare l'ingresso per qualcos'altro.

Film piuttosto sconclusionato. Per me un film è prima di tutto la trama, la storia. Deve essere plausibile (non nel senso di verosimile, ma nel senso di internamente coerente).
Invece ho trovato questa trama e questi personaggi privi di logica, di coerenza. Da metà film in poi è un susseguirsi (da parte mia) di "ma che fa? Ma figuriamoci se potrebbe fare una cosa così. Ma questo prima ha detto così e adesso fa il contrario? Ma questa scelta qua è assurda! Questo comportamento non sta in piedi".

I personaggi sono caratterizzati in un certo modo (il figlio abbastanza sveglio, la sorella decisamente sveglia, il padre pasticcione). Fino a metà film la cosa regge, e infatti sembra di essere in una specie di commediola degli equivoci stile "La banda dei poveri ma belli". L'ingenuità della padrona di casa è un passepartout per giustificare tutto (la TBC, ma figuriamoci!). Senza pretese, ma sta in piedi, con una certa dose di divertimento.

Poi i personaggi cominciano con una serie di decisioni illogiche e insensate, che fanno virare il film verso la tragedia.

Prima la padrona di casa fa l'elogio della raccomandazione, poi la sua governante viene scelta tramite un'agenzia, senza alcuna conoscenza.

Il padrone di casa si fa andar bene un autista che non guarda la strada?

E la luce del salotto? "Ah, fa i capricci da sempre". E non la fanno aggiustare neppure gli inquilini dopo. La luce del salotto, mica quella di un ripostiglio! Quando ci sono ospiti che figura ci fai?

Prima la famiglia di parassiti è dipinta come gente furbissima, poi fa una serie di cose scemissime. Ubriacarsi in salotto, durante un temporale, con i padroni in campeggio: mai ritorno fu più telefonato. Aprire alla ex domestica - figuriamoci! Prendiamoci il rischio di essere scoperti durante una festa! Bastava dire "la padrona non vuole, torni quando c'è lei". La ragazza, la stessa che diceva al padre "dobbiamo pensare solo a noi stessi", che si fa venire i rimorsi. Il ragazzo che pensa di inscenare il matrimonio (figuriamoci... e non glieli presenti mai i genitori? solo quel giorno nella vita?).

La stessa ex-governante aspetta settimane prima di intervenire per il marito? Ma che roba è? Suona e chiedi di parlare con la nuova governante prima! O al limite vai dalla polizia! Quello muore di fame!
E poi, una volta scattate le foto della famigliola scroccona, invece di chiuderli da qualche parte e andarsene per poi riprender loro il posto denunciandoli ai padroni di casa, si mette a infierire giocando con loro. Che assurdità.

Una roba così sconclusionata la accetto se sto guardando Scemo & più scemo o una commediola simile senza pretese. Ma se viri sulla tragedia/critica sociale allora non ci siamo.
Se vuoi fare critica sociale la storia deve essere credibile, avere un filo logico, se no quel che dipingi diventa implausibile e si perde la sua forza di critica ("ma dai, è solo un film, la realtà non funziona mica così"). Joker per esempio è molto meglio, da questo punto di vista.

Così il film diventa una cosa che non è né carne né pesce (come commedia non è granché divertente, come critica sociale è troppo inverosimile).

E comunque la critica finisce per essere nei confronti dei "parassiti": si fossero accontentati di entrare in casa i due ragazzi avrebbero avuto un bell'introito. Invece hanno fatto del male ad altre persone e hanno causato il precipitare degli eventi, complice la ragazza, novella Eva con la pesca come "frutto del peccato", come si dice in una scena con una bella fotografia.

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