sabato 9 novembre 2019

Montalbano sono

Lunedì sera ho visto una puntata di Montalbano. Poi ho appurato che era una puntata del 2013, Il gioco di specchi.
Confesso: è la prima volta. Non mi ha mai incuriosito granché.
Oltre che la prima, mi sa che è stata anche l'ultima volta.
Mamma che ciofeca. Non capisco come si possa guardare un prodotto così scadente.
Intanto, mi dà fastidio dover stare concentrato per capire quello che stanno dicendo i personaggi. Non lo trovo godibile. Troppo dialetto, troppa inflessione.
Poi mi fa specie come viene dipinta la Sicilia. Un posto dove tranquillamente si mettono bombe, si spara per strada, si ragiona come se niente fosse di faide, di avvertimenti, di omertà... Delle due l'una: se la Sicilia è veramente così, mi fa specie; se invece è tutto uno stereotipo, una macchietta, allora non si fa un buon servizio a quella terra.
Ma lo stesso discorso vale per tutti gli elementi della sceneggiatura: il carabiniere praticamente analfabeta è un'offesa per l'Arma, gli atteggiamenti delle persone sono delle "terronate" eccessive (vedi la reazione della mamma di Arturo alla sua storia con la malafemmena, o la scenetta col vecchio che non parla con la figlia, ma anche altre). Non si possono perpetuare così questi stereotipi.
Idem per i personaggi maschili: Augello e Montalbano sciupafemmine. Sempre. In ogni caso. Che immagine è? Al di là della discutibile valenza educativa, sembra di leggere del principe del Gattopardo.
Ma parliamo pure della sceneggiatura, infarcita di spiegoni per spiegare l'ovvio, di "misteri" che misteri non sono (senti una botta che fa sobbalzare l'auto, il giorno dopo trovi una pallottola nella fiancata, e non colleghi le cose?), di scenette poco o nulla credibili che risolvono situazioni. Ad esempio quando Montalbano va a pranzo, a un certo punto si affaccia alla finestra del ristorante, con fare da spettatore, e guarda caso proprio in quel momento inizia la scenetta del piatto tra camerieri, che stanno recitando in modo così naturale che sembra di vedere Montalbano a teatro. Oppure quando il collega di Montalbano va al negozio di moda e casualmente la signora Lombardo - che in quel negozio ci lavorerebbe - si mette a truccarsi in maniera vistosa e visibile. Cosa molto credibile, in vista di un incontro clandestino. Così clandestino che avviene dietro a una tenda mezza scostata.
Ma per carità.
E poi case accessibili a tutti, sempre aperte, gente che va e viene notte e giorno. Ma ceeeerto.
Alla fine mi ha preso così poco che negli ultimi minuti mi sono messo a fare i fatti miei, pur con la TV accesa, con solo un occhio a vedere distrattamente dove andavamo a parare.
Che ciofeca, veramente.

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