lunedì 19 agosto 2019

Crisi di ferragosto

O dei colpi di sole.
My two cents sulla situazione politica, prima che domani la situazione cambi ancora con Conte in Parlamento.

  • Salvini appare veramente in difficoltà. Tanto di cappello a Renzi per la mossa del cavallo che ha spaiato il panorama politico. Nel breve periodo è stata vincente, inchiodando l'omonimo Matteo a una situazione ingestibile: ha ridato centralità al Parlamento, dove la Lega ha numeri piccoli; ha rimesso in gioco i 5 stelle, per la sola forza dei loro numeri parlamentari; ha costretto Salvini a rimangiarsi l'idea di ritirare i ministri per non perdere il potere.
  • Non ho capito la tempistica di Salvini. Per andare a elezioni, era il caso di far cadere il governo un mese prima. Così ha dato ai dubbiosi una serie di scuse per non andare a votare (il taglio dei parlamentari! la finanziaria! il commissario europeo! l'IVA!). Questo è stato l'errore primigenio, causa di tutti i pasticci successivi.
  • Causa seconda delle difficoltà salviniane è stato Conte, che ha rifiutato di dimettersi subito chiedendo di parlamentarizzare la crisi. Con le conseguenze di cui sopra, quando Renzi ha schiacciato l'alzata di Conte.
  • Di conseguenza non capisco perché domani Conte dovrebbe dimettersi. Si faccia sfiduciare da Salvini, lasci la responsabilità della caduta del governo a lui. Perché fargli un regalo?
  • In ogni caso, sul lungo periodo Salvini ci guadagnerà da un qualsiasi governo altrui, con lui all'opposizione. Dopo tutto quello che si sono detti M5S e PD, un eventuale accordo sa proprio di poltronite acuta. Inoltre non so come potrebbero andare d'accordo: con un nuovo "contratto"? Ma via... Lega e M5S dimostrano che due forze molto diverse possono unirsi per un po', ma non durare. Altro che governo di legislatura.
  • Per questi due motivi (incompatibilità reciproca e favore a Salvini per ogni mese in più che dura il governo M5S-PD) io resto più o meno di questa idea: se non si va a votare subito (soluzione secondo me non tragicissima, in ogni caso) allora si faccia un governo a scadenza 1° gennaio, e sia chiaro subito che è solo per non lasciare l'Italia senza governo in un semestre così critico, ma poi basta. Altro che governo di legislatura (ma quale governo di lunga durata...).
  • Questo governo dovrebbe essere il più largo possibile, per condividere le responsabilità, e avere come programma due sole cose: 1) sterilizzare l'IVA; 2) indicare il commissario europeo italiano. Niente grandi progetti, redditi, flat tax, salari minimi, patrimoniali, niente di tutto ciò. Per allargare la maggioranza sarebbe il caso di coinvolgere FI. Tentativo molto difficile, quindi bisogna pagare un prezzo molto alto: Tajani di nuovo commissario europeo.
  • Pensare invece di non andare a votare sine die solo perché se no vince Salvini è poco rispettoso della volontà popolare. E' vero che non si vota con i sondaggi, ma è anche vero che le elezioni europee - non un sondaggio - hanno certificato che il Parlamento non è più rappresentativo, in maniera molto significativa. Certo che siamo in una Repubblica parlamentare, eccetera. Però quando ci si rende conto che ci sono delle grosse cesure c'è un problema di opportunità politica notevole. Per esempio, nel 1994 dopo Tangentopoli nessuno si stupì di avere nuove elezioni, con partiti che evaporavano, si scioglievano, finivano in carcere. Il problema è quindi: dove mettiamo l'asticella dell'opportunità politica di un'elezione anticipata? Un cambio di equilibri così grande (non di qualche punto percentuale) come quello certificato a maggio è sopra o sotto quest'asticella?
  • Anche perché "consentire a Salvini di fare filotto e di trasformare in pochi mesi Roma in una nuova Budapest", come scrive Scalfarotto, non è solo un'iperbole a cui mi rifiuto di credere, per mille garanzie costituzionali e pragmatiche per cui credo che l'Italia sia più resiliente dell'Ungheria. E' anche una fallacia logica: Salvini - eventualmente - farebbe quelle cose non perché è un uomo solo e cattivo al comando, ma perché rappresenta fedelmente un pezzo maggioritario di Paese. Non è l'Italia che diventa razzista per colpa di Salvini. E' Salvini che emerge perché gli italiani sono razzisti. Cosa che implicitamente dice anche Scalfarotto, quando scrive "una volta che gli italiani si fossero svegliati da questa fase di follia collettiva".
  • Tornando a Salvini, mi impressiona come la sua unica comunicazione in questi giorni sia "col governo Di Maio-Renzi ci troveremmi con i porti non aperti, stra-aperti". Niente rivendicazioni di nient'altro di buono fatto (nemmeno "quota 100"). Niente paure, che so, di "governi che mettono le mani in tasca agli italiani". Non una parola sull'autonomia. Solo i negri, sempre i negri. Salvini è veramente monotematico.

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