lunedì 1 luglio 2019

E ora, expedit?

Dopo l'Unità d'Italia, come sappiamo, papa Leone XIII ordinò il famoso "non expedit". Per i cattolici era dichiarato non opportuno partecipare alla vita politica.
C'era la questione romana, certo. Ma c'era anche un clima ostile alla Chiesa, con le leggi eversive e il clima diffuso di anticlericalismo dello Stato liberale.
Si ritenne che i cristiani non potevano essere rappresentati nelle istituzioni, queste non erano (più o ancora) casa loro.
Mi chiedo se non ci siano delle somiglianze in questo periodo. E' evidente lo spaesamento dei cattolici. L'assenza di una proposta politica votabile e accettabile, se non turandosi pesantemente il naso. E se fosse il tempo di un nuovo non expedit?
Naturalmente da interpretare, come quello di 150 anni fa, come "preparazione nell'astensione". Quel periodo fu fecondo di un lavoro nella società, con l'Opera dei congressi, l'associazionismo eccetera. Dio sa quanto ci sarebbe bisogno di un progetto culturale simile in questo periodo.
Certo ci sono grandi differenze: il Papa non ama occuparsi direttamente di Italia, e il non expedit dovrebbe venire dalla Cei - con i problemi di autorevolezza che questa cosa comporta; ma soprattutto la società è abbondantemente più impermeabile all'influenza cristiana. Quindi il non expedit si trasformerebbe in una sorta di opzione Benedetto. Mah.

Nessun commento:

Posta un commento