martedì 8 maggio 2018

Ospitaletto, i servizi, i costi (1)

Ragionando oziosamente sulla situazione del Comune, sempre in vista della tornata elettorale, qualche appunto sui servizi nel nostro Comune.
Io ho sempre ritenuto che il nostro paese, in quanto comune di hinterland, abbia una vocazione ad essere un Comune di servizi. Non siamo un paese franciacortino (vino e vigneti), né con qualche ambizione turistica, né bassaiolo (campi e allevamenti). Noi dobbiamo essere un Comune accogliente per la nostra popolazione, anche per diminuire il rischio di essere un puro e semplice dormitorio: se gli ospitalettesi, oltre a lavorare fuori paese, devono spostarsi anche per avere dei servizi, da noi resta ben poco.
Certo, i servizi pubblici costano.
Infatti già a suo tempo non condivisi l'impostazione di Prandelli che decise - con una scelta politica - di tenere le tasse il più basse possibile (no addizionale Irpef), anche a costo di faticare a far quadrare il bilancio. In quei dieci anni perdemmo definitivamente la piscina e l'ASL: una direzione diversa da quella da me auspicata. Per me - ribadisco: è una scelta politica - avere più servizi vale anche qualche decina di euro in più di tasse.
L'amministrazione Sarnico ha fatto una scelta diversa. Dopo essersi trovato l'addizionale Irpef imposta dal commissario, ha deciso di mantenerla, pur diminuendola leggermente a metà mandato. In questi anni abbiamo avuto il centro diurno, e ora stiamo inaugurando la casa delle associazioni, in futuro è prevista la piscina e un polo sportivo (vedremo).
Il problema è:questi servizi sono sostenibili? Per il centro diurno so che c'è stata discussione col Serlini, che ha espresso molti dubbi sulla sostenibilità economica, infatti se non sbaglio l'operazione è stata conclusa con il Richiedei di Gussago (altro ente con grossi problemi economici...). Sulla piscina, Sarnico dice che i problemi di sostenibilità saranno un fatto dei privati. Abbiamo già visto in comuni limitrofi che la questione spesso non è così automatica: si comincia con i soldi privati, poi i privati bussano dal sindaco e dicono: "l'impianto è in perdita, o ci aiuti o chiudiamo, poi spieghi ai tuoi elettori come mai è chiuso".
Per entrambi i casi - piscina e centro diurno - sapremo solo fra qualche anno come andrà. Io ho il dubbio che ad oggi, con la concorrenza che c'è nei paesi vicini su entrambi i servizi, sia difficile garantire la sostenibilità. In particolare la piscina era un debito già negli anni '80-'90, quando era l'unica del circondario; oggi secondo me abbiamo "perso il treno", lasciando che i Comuni vicini ci superassero in offerta di servizi sul territorio. Responsabilità storica di Prandelli.

(continua)

1 commento:

  1. A nome di Insieme per Ospitaletto
    Sulla piscina c’è poco da vedere.
    Premesso che il contratto di partenariato è sottoscritto con un Consorzio in cui di fatto c’è una banca e che il contratto è assistito da idonee garanzie, si dimenticano sempre almeno alcuni aspetti:
    1. la vecchia piscina (solo coperta e senza il più remunerativo lido estivo) venne aperta quando gli abitanti erano 8.000, oggi sono 15.000!
    2. Il deficit di gestione (quando era gestita da una associazione Centro Nuoto Ospitaletto convenzionata con il Comune che pure ha vinto importanti premi con i suoi atleti ) non ha mai superato i 50 milioni di lire ( 25.000 euro)!;
    3. Oggi la gestione comprenderà anche il lido estivo (remunerativo) ed il centro tennis oltre ai servizi accessori (nuovo bar ecc);
    4. Non si capisce comunque perché tutti gli altri servizi od impianti sportivi ( calcio, palazzetto, ecc) che peraltro si rivolgono ad una fetta di popolazione possano essere in deficit e la piscina, che riguarda la generalità dei cittadini, eventualmente no.
    5. Infine perché se viene fatto un impianto nuovissimo ad Ospitaletto (crocevia di tutte le strade della provincia) non dovrebbe essere qualche altro impianto (magari vecchissimo) come quello di Travagliato ( gestito dallo stesso gestore ) a chiudere?
    Sul centro diurno: da quando i servizi all’anziano (assistenza domiciliare, casa riposo, ecc.) non sono previsti in deficit o finanziati con contributo regionale o statale? Perché non dovrebbe essere così anche con il Centro Diurno, che peraltro si assesterà con l’accreditamento regionale quando diverrà Integrato?
    In altri termini: ma le tasse non le paghiamo per finanziare anche i servizi alla persona che sono strutturalmente in deficit?

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