giovedì 12 aprile 2018

Reddito di base e immigrazione

In questo periodo parla molto di reddito di cittadinanza. Non qualche genere di sussidio di disoccupazione, più o meno condizionato, ma quello vero: soldi a tutti in maniera incondizionata.
Io sono sempre stato culturalmente scettico al riguardo, ma la discussione si sta facendo interessante, e sento molte persone che portano motivazioni sensate a favore. Per esempio, c'è chi vede il reddito di cittadinanza come un "paracadute" per i posti di lavoro sostituiti dalle intelligenze artificiali.
Qui un interessante contributo sul tema.

Mi vengono due osservazioni, la prima più circostanziale e la seconda più strutturale.
Per prima cosa, mi par di capire che il reddito di cittadinanza dovrebbe disboscare e sostituire altre agevolazioni e sussidi. Mi pare difficile attuare un tale buon proposito in Italia. Chi perde l'agevolazione sarebbe subito in piazza a lamentarsi, inoltre la semplificazione leverebbe quelle incertezze e interpretazioni che purtroppo sono il brodo di coltura di molte conventicole.

La seconda riflessione.
Mi pare che il reddito di cittadinanza sia una misura molto "vecchio stile", che sottende una grande importanza - quasi novecentesca - dello Stato.
Mi chiedo se abbia senso pensare una misura con queste caratteristiche nel 2018, con la libera mobilità di persone e capitali. Per poter essere sostenibile, il reddito universale deve basarsi su una ragionevole certezza dei percettori (e siamo in epoche di grandi migrazioni) e dei contributori (e siamo in epoca di delocalizzazioni, spostamenti di sedi fiscali, elusioni varie).
Il reddito di cittadinanza quindi è basato su uno dei pilastri dello Stato classico, ovvero - nomen omen - la cittadinanza. Mi pare che per garantire il primo requisito (certezza dei percettori) si dovrebbe legare l'erogazione alla cittadinanza, e non "a tutti i residenti", come dice Gilioli.

D'altra parte tutto il welfare è basato su un sistema chiuso, in cui le risorse vengono raccolte da una certa platea e distribuite alla stessa platea. Ogni eccezione incrina il sistema, da qui le polemiche sui fondi utilizzati per l'accoglienza ai migranti.
Mi chiedo se chi sostiene il reddito di base da sinistra ha considerato questi effetti collaterali di chiusura che si porta dietro una misura da Stato forte.

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