mercoledì 14 febbraio 2018

L'impronta ecologica e la demografia

Riprendo un vecchio discorso fatto qui sull'impronta ecologica.
Ogni anno sentiamo che stiamo consumando le risorse della Terra troppo velocemente: «servirebbero due Terre!», si dice di solito.
Ho cercato i numeri originali dell'impronta ecologica. Qui c'è il discorso delle "due Terre": il rapporto tra consumo e disponibilità ecologica è circa 1.7, e non accenna a calare. Se ci limitiamo all'Europa, il dato diventa 2.85, e il nordamerica fa anche peggio.
Quindi siamo degli inguaribili spreconi, uccisori di ecosistemi? Nì.

Se guardiamo il dato pro capite le cose cambiano un po'. Si vede che il nostro consumo pro capite non è cresciuto molto dal 1970 ad oggi, si aggira sempre attorno ai valori di 2.7-2.9 Gha a persona. Se guardiamo l'Europa, il valore è addirittura calato: in passato è arrivato a sfiorare il valore di 6 Gha/persona, mentre oggi è calato fino a 4.85 (in Italia vale anche meno).
Quindi il tenore di vita e/o le tecnologie moderne hanno migliorato la situazione del consumo individuale.

Il problema è che la capacità ecologica della Terra non aumenta (se non di poco) nel tempo.
Ecco allora il dilemma che potremmo chiamare malthusiano: per consumare correttamente bisogna o limitare i consumi pro capite o essere in pochi a consumare.
Per attuare la prima scelta bisognerebbe consumare una quantità di risorse pari (torniamo qui) a 1.7 Gha/persona. Il problema è che il consumo è correlato al tenore di vita e - spesso - all'indice di sviluppo umano. In questa pagina si possono riordinare i dati per impronta ecologica pro capite. I Paesi che stanno sotto il valore critico sono Paesi africani o del Sud-est asiatico. In Europa solo Moldavia e Georgia si avvicinano a quella soglia. Da qui la domanda; siamo disposti ad accettare un drastico taglio al tenore di vita - addirittura al grado di civilizzazione, direi - per permettere a una popolazione sempre crescente di accedere a questo stesso tenore di vita non particolarmente elevato in maniera ecologicamente sostenibile?
Se invece riteniamo di voler garantire a tutti un tenore di vita che riteniamo "sufficiente", diciamo riferibile al consumo di Portogallo o Argentina (3.8 Gha/persona circa), dobbiamo fare in modo di essere in pochi: stante la capacità ecologica della Terra (poco più di 12 miliardi di Gha) possiamo sostenere solamente 3,22 miliardi di persone.
Certo, c'è una terza soluzione: goderci in pochi il nostro tenore di vita civilizzato e lasciare gli "altri" (africani, in primis) a consumare poco per controbilanciare i nostri sprechi. Ma chissà perché mi pare la soluzione peggiore di tutte.

Sono questioni grandi, che interpellano visioni globali e di lungo periodo. Implementare politiche di controllo demografico o no? Certo nel breve periodo l'unica cosa da fare è spingere sempre di più sulle tecnologie pulite e gli stili di vita sostenibili. Allo stesso tempo questi dati mi fanno guardare con occhi diversi il problema demografico italiano.

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