venerdì 5 gennaio 2018

Su ius soli e ius culturae

Dopo le polemiche di fine anno, ho trovato qui quella che è praticamente la mia posizione.
Semplificare, o meglio ancora dare tempi certi alle procedure per la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale (che è il requisito attualmente in vigore). Eventualmente pensare qualcosa per chi matura questo requisito da minorenne.
Per i beneficiari del cosiddetto ius soli non cambierebbe molto rispetto alla proposta attualmente in Parlamento.
Per i bambini nati all'estero, anche se arrivati in Italia da piccoli, lo ius culturae proposto richiede un ciclo di studi completo in Italia. Visto che le elementari finiscono a 11 anni, non è molto diverso dall'avere 10 anni di residenza (un bimbo arrivato a 2-3 anni maturerebbe il diritto a 12-13 anni).
Per gli adulti, è onesto trattare le loro richieste con certezza di tempi di risposta.
Per i figli di adulti nati in Italia, se i genitori avranno ottenuto la cittadinanza dopo i 10 anni di residenza non c'è problema: diventeranno italiani.
Se i genitori avranno scelto di non richiedere la cittadinanza (o non ne avessero i diritti), i figli non potranno averla fino ai 10 anni (praticamente dopo le elementari). Una volta maturato il requisito si potrebbe pensare che i genitori possano fare richiesta "in vece" del figlio. Non vedo che differenza possa fare per questi bambini non avere la cittadinanza per i primi 10 anni di vita.
Più che altro dovremmo pensare a correggere alcune rigidità sulla permanenza continuativa nel nostro Paese: non può essere che alcuni minori abbiano paura di fare le vacanze dai nonni per questo motivo, o che alcuni adulti non possano assistere per 3 mesi la madre morente in patria per non fermare il conteggio dei 10 anni.

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