martedì 19 dicembre 2017

La torta dei diritti

Sabato 16 ho partecipato al ritiro natalizio per le persone impegnate nel politico e nel sociale.
Interessante l'intervento di don Bruno Bignami, che ha fornito molti spunti.
Su alcune cose ha sfondato porte aperte, almeno con me. Mi è piaciuto come ha detto che l'etichetta di "argomenti eticamente sensibili" non ha senso:
Perché quando parliamo di lavoro, non è un argomento eticamente sensibile? Quando parliamo di casa, non è un argomento eticamente sensibile?
Ma mi è piaciuto in particolare quando ha parlato di diritti e doveri. Don Bignami ha detto che non possiamo immaginare i diritti come un panettone di cui ciascuno prende la sua fetta che gli spetta, ma invece bisogna pensare che ciascuno si faccia un po' pasticciere e si metta a impastare per fare un panettone più grande.

Ci riflettevo nelle settimane scorse. Una delle accuse che MDP/Articolo 1/LeU (uff uff) porta a Renzi è di aver smantellato i diritti del lavoratori, come voleva la destra.
Renzi replica che nessun governo di "vera sinistra" ha mai fatto di più sui diritti civili.

Qualcuno ha osservato che i diritti civili vengono utilizzati come "specchietto per le allodole" per coprire l'erosione di quelli sociali.

Questa è la visione dei diritti come fette di torta: se ne allargo una, un'altra si restringe.
Don Bruno Bignami ci offre un'alternativa a questo approccio. E aggiungo che il lievito della torta, che la ingrandisce in modo che si possano allargare anche tutte le fette, può essere solamente costituito dai doveri. Senza i doveri, e il loro responsabile rispetto e coltivazione, la torta dei diritti non cresce. Idea non mia, ma mutuata da Novak, che ho appena terminato di leggere.

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