lunedì 2 novembre 2015

L'invidia del privilegio

Su argomento parzialmente collegato a quello del post precedente, suggerisco la lettura di Strade:
a livello quantitativo i mali dell’Italia derivano più dai piccoli e diffusi privilegi della kastagente che da quelli grandi e concentrati della kasta. Chi fa credere il contrario è un furbo e chi ci crede è un fesso, direbbe Prezzolini.

L'articolo mi porta a pensare che il peccato capitale più diffuso del mondo moderno non è la lussuria, nonostante Internet, ma l'invidia.

Solo perché l'ipocrisia non è annoverata tra i sette... Noi cristiani, al riguardo, dovremmo essere ben avvertiti dalla storia della trave e della pagliuzza.

Poi l'articolo sviluppa una certa critica abbastanza gratuita al Movimento 5 stelle, che nei fatti non essendosi ancora trovato a governare, non può essere ancora accusato se non per le intenzioni. Capisco però che l'accento principale posto dal M5S sull'onestà e sull'asticella elevata di moralità pubblica li renda molto esposti a verifiche di, diciamo, "congruenza", se non ancora di coerenza.

Resta il fatto che nessuno può essere più deludente di Forza Italia e Lega Nord quanto a discrasia tra proclami di rivoluzione liberale e azione in difesa delle corporazioni, della spesa pubblica e anche aumento della stessa a livello locale.

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