martedì 5 agosto 2014

Storia di una ladra di libri

Qualche giorno fa sono stato a Brescia a vedere Storia di una ladra di libri.

Mi è parso un bel film. Magari non un capolavoro, ma comunque consigliabile.
Personalmente, man mano che passa il tempo, sono sempre più scettico quando esce un nuovo film sui nazisti e/o l'Olocausto. Mi pare che sia scoppiata un po' la moda di questo filone, e che ormai sia difficile dire qualcosa di nuovo.

Però devo ammettere che questo film mi è piaciuto. Non avevo mai visto raffigurato con questa potenza espressiva il rogo dei libri. Un rogo in una piccola città, in una piccola piazza. Seguito dal canto dell'inno tedesco, tutti presi da una sorta di isteria collettiva. Tante persone normali, che prima e dopo si salutano, chiacchierano, si ritrovano, come la domenica dopo Messa. E nel mentre bruciano i libri. Non solo libri politici: la bambina raccoglie da terra un libro di H.G. Wells. Pensavo fosse una finzione scenica, invece leggo su Wikipedia che è effettivamente possibile.
E' un fatto che fa chiedere, ancora una volta, come sia stato possibile.

Mi ha fatto una certa impressione anche la rappresentazione della vita sotto i bombardamenti, forse perché mi trovavo accanto ad un rifugio antiaereo. Era impossibile non pensare al momento attuale in Terrasanta.

Un'altra cosa sorprendente del film è stata l'assenza del "cattivo". Non c'è un personaggio che faccia da antagonista principale e/o fisso, e anche quei personaggi che sulle prime sembrano negativi (la mamma, la moglie del borgomastro) si rivelano positivi. Il nemico è il nazismo in generale, che aleggia come uno spettro intorbidendo il clima e ammorbando l'aria.

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