sabato 29 settembre 2012

Su Renzi, primarie, PD

Aggiornato l'8/10

Un post lungo, abbastanza sconnesso, in cui riassumo un po' di pensieri vari che mi sono venuti in mente riguardo alle primarie del centrosinistra e a Matteo Renzi. La mia "fonte" principale al riguardo è il blog di Giuseppe Civati, consigliere regionale PD che stimo e seguo, pur non ritrovandomi appieno in ciò che propugna. Specialmente riguardo alle primarie stesse.

Quali primarie?

Ci sono molti, nel centrosinistra, che contestano il fatto che attorno a queste primarie ci sia una decisa incertezza: primarie di partito? Di coalizione?
A me sembra chiaro: le primarie sono di coalizione. Tra i candidati c'è Tabacci, che se non erro è dell'ApI, e fin dall'anno scorso c'era Vendola che diceva un giorno sì e l'altro pure che si saebbe presentato. Se oggi Vendola si tira indietro e la sfida "visibile" è tra Renzi e Bersani non è colpa loro o del PD, ma di Vendola (e di Di Pietro che si è chiamato fuori dalla coalizione).

E le regole?

Renzi è stato scorretto, da statuto il candidato del PD a primarie di coalizione doveva essere Bersani. Punto.
E' però vero che lo stato maggiore del PD ha cincischiato a lungo sulle primarie stesse, come la stessa mancanza di regole dimostra. Sono passate riunioni su riunioni degli organi decisionali del partito continuando a procrastinare la discussione dell'argomento. La sensazione è stata, spesso, che le primarie non si volessero nemmeno fare.
Con questa prospettiva, bene ha fatto Renzi a ribaltare il tavolo forzando la mano. Secondo ma avrebbe dovuto farlo nelle sedi delegate, ma tant'è.
A riprova di ciò, la situazione di Civati, il cui temporeggiare in attesa delle regole lo ha messo in una situazione scomoda, in cui ora si trova i giochi fatti e il treno già passato. Renzi ha indovinato il timing, insomma.

Aggiornamento 8/10: sempre sulle regole, trovo sensata questa obiezione: Renzi tende ad aggirarle un po' troppo facilmente, anche se è vero che alla fine un passaggio in Assemblea PD comunque c'è sempre.

Ma Renzi guarda al centrodestra!

Scandalo! Renzi ha detto di voler intercettare i voti dei delusi del centrodestra. Poi ha precisato che parlava delle elezioni e non delle primarie.
Allora, vediamo di mettere alcuni punti. Il PD se vuole vincere le elezioni (cioè portare a casa molti voti, indipendentemente dalla legge elettorale) deve per forza allargare il perimetro dei suoi consensi. C'è chi, come Bersani, punta a farlo con delle coalizioni dall'Udc a Sel, e chi come Renzi pensa anzitutto a portare a casa più voti possibili. Il modello Bersani (scuola D'Alema) è lo stesso dei governi Prodi, e sappiamo come è andata. Il modello Renzi è più simile al Veltroni della "vocazione maggioritaria".
E così arriviamo al discorso primarie. Io non sono di sinistra, ho però votato il PD di Veltroni nel 2008-2009 considerandolo il male minore dopo che il modello Berlusconi era già diventato impresentabile (troppo populista e già messo alla prova al governo con risultati deludenti). Ho titolo a votare alle primarie? Secondo me sì, e non escludo di farlo per sostenere Renzi. Ciò mi obbliga a sostenere poi in ogni caso il PD, come ho sentito dire da Bersani ieri sera in televisione (ha parlato di un "obbligo morale")? Ma ci mancherebbe: se poi le primarie le vince Bersani, cosa faccio, voto alle elezioni una piattaforma che non mi piaceva già alle primarie? Io sono un po' nella situazione di Sofia Ventura.
Chiaro che questo discorso lo può fare un elettore, non mi aspetto che Renzi se perde le primarie poi non sostenga Bersani (come ha già detto che farà): ma lui è un attore del partito, io un libero elettore.
Tra l'altro il discorso per cui "i voti di destra non li vogliamo" mi sa molto di Romney, che dà per persi il 47% degli elettori. Ecco, non capisco bene come si possa incensare l'Obama inclusivo e poi ragionare come Romney.

Anzi, Renzi non solo guarda al centrodestra, ma è proprio di destra...

Qui risponde per me il senatore Ichino. Più in generale, leggendo il programma di Renzi (che c'è, non è solo una campagna di immagine), mi sembra che le sue proposte siano un mix di cose né di destra né di sinistra (liberalizzazioni, in teoria di destra ma orgoglio del ministro Bersani; merito; ricambio generazionale) e di approcci di sinistra (asili nido, ecosostenibilità, scuola).
Facciamo un esempio pratico: sfido chiunque a sostenere che questa proposta (una delle poche circostanziate con dei numeri) non è di sinistra. L'idea è tagliare i sussidi alle imprese (intenzione che aveva anche Monti, su cui aveva incaricato il supertecnico Giavazzi... che fine ha fatto?) e aumentare la busta paga ai lavoratori. Se davvero si riuscissero a recuperare risorse per 100€ in più per ciascuno, un approccio di destra sarebbe quello di lasciare invariato il netto al dipendente riducendo di 100€ il costo lordo a carico dell'azienda. Io sarei più per un 50%-50%. Renzi propone il 100% al dipendente.
Già che ci siamo: il programma di Renzi a grandi linee mi piace, ma mi sembra velleitario nelle cifre (le risorse recuperabili dalle dismissioni di immobili, con la crisi che c'é, sono un'incognita, così come il solito recupero dell'evasione). Inoltre tutti quegli inglesismi di cui è infarcito non si possono leggere...

...e quindi Renzi, essenso di destra, non c'entra nulla col PD.

E qui c'è un equivoco grosso come una casa. Il PD non è un partito di sinistra. Non deve esserlo e, per quel che avevo capito io, non vuole esserlo. Io mi ero avicinato al PD anche affascinato dal tentativo storico di uscire da questa visione novecentesca degli schieramenti.
I DS erano un partito di sinistra. Si sono fusi con un partito di centro (aderente al PPE) e hanno avuto una scissione a sinistra (l'ala di Fabio Mussi, che aveva findato Sinistra Democratica): è ovvio che il risultato non può più essere un partito di sinistra. Questa discussione era stata chiara quando si pose la discussione riguardante la collocazione europea (tanto che si inventò una denominazione ibrida per l'ex gruppo socialista europeo).
Oggi invece i vari Fassina, Orfini, l'Unità danno per scontato che il PD rappresenti la sinistra. Si aspettano che il PD siano in realtà i DS, che non sia cambiato nulla. Un partito di sinistra con ambizioni e responsabilità di governo c'é già: si chiama Sel, è nato proprio per quello. In effetti certe volte mi chiedo se questi personaggi (e lo stesso Civati) non starebbero meglio in quel partito, di cui non noto differenze rispetto alle loro posizioni.
Un altro esempio di questa visione distorta si legge in quest'intervista a Zingaretti, presidente PD della Provincia di Roma, secondo cui Renzi rappresenterebbe
un cambio di collocazione ideale del movimento al quale appartengo da quando ero adolescente, che non mi persuade.

Zingaretti, se ne faccia una ragione: il PD non è i DS, né il suo orizzonte da adolescente!

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