sabato 21 luglio 2012

Distopia

Novembre 2012.
Prima serata, Canale 5.
La sacerdotessa del trash nazionalpopolare, Maria de Filippi, introduce il nuovo talent-reality dell'ammiraglia Mediaset: Forza Giovani.
In questo programma si selezionano le nuove leve della politica italiana, i giovani under 40 pronti ad entrare nelle liste elettorali della "nuova" formazione di Silvio Berlusconi: Forza Italia.

L'ex Presidente del Consiglio ha deciso di ribaltare il tavolo, per questa nuova discesa in campo.
Forte di una legge elettorale che, complice il piccolo premio di maggioranza, porterà ad un governo di coalizione in cui conta di entrare anche con una percentuale relativamente bassa di voti, ha rinunciato a tutte le alleanze, ha dato il benservito a tutte - ma proprio tutte - le facce note che aveva intorno nel Pdl, ha scavalcato anche il rinnovamento proposto dai giovani del partito ed ha azzerato ogni organigramma, decidendo di portare all'estremo il concetto di "candidati popolari": i nomi dei candidati nel (listino bloccato/collegio uninominale/lista elettorale, scegliere la modalità che più aggrada) verranno selezionati tramite il televoto nel corso di un programma televisivo, che correrà per tutto l'inverno per una durata ancora non definita, in modo da chiudersi la settimana prima del termine per la presentazione delle liste.

I candidati sono tutti giovani con meno di 40 anni. Alcuni hanno fatto qualche esperienza politica in Comune, al massimo assessori, nessuno che sia mai stato dalle provincie in su. La maggior parte sono perfetti sconosciuti. Si sono presentati a centinaia alle preselezioni, trasmesse su Italia 1, incuranti delle roventi polemiche che - come prevedibile - hanno fatto da traino a questa iniziativa.
Il casting è stato il solito per un talent-reality: metà maschi e metà femmine, la maggior parte di bella presenza, ma non tutti, per dare modo a chiunque al di qua dello schermo di immedesimarsi con qualcuno. La maggior parte sono populisti, grillini mancati, ex leghisti, ma ci sono anche i "secchioni" con gli occhialetti, quelli che hanno fatto Scienze politiche. Ci sono i teorici che credono di avere una soluzione per tutto, e quelli che battono su un tasto solo (le tasse!, oppure gli immigrati!). Ci sono gli idealisti, c'è la coppietta che vuole andare insieme in Parlamento a cambiare il mondo. Hanno pescato un ex seminarista lefebvriano che fa il pro-life estremista: in TV ci vuole sempre la macchietta. La maggior parte sono - dai test attitudinali - berlusconiani sinceri, ma c'è anche qualche "infiltrato" di sinistra, perché gli autori hanno pensato di inserire un meccanismo tipo La talpa.

I candidati sono sottoposti a varie prove: quiz a risposta multipla, presentati come in Passaparola, prove di oratoria su argomenti scelti dal pubblico, stesura di leggi su argomenti a caso, prove di finanza. Ci sono i maestri per ogni categoria.
C'è la giuria di qualità, composta da Ferrara, Santanché e Sgarbi. Ogni settimana c'è un presidente di giuria diverso, si comincia con Fede. Il giudizio insindacabile è quello del pubblico, al televoto, ma i candidati possono essere esclusi anche dalla giuria se 3 su 4 approvano il marchio di "comunismo" verso qualcuno.

Mediaset, ovvero Berlusconi non bada a spese: in ogni puntata un'ora è differenziata per regione, trasmessa localmente e dedicata ai candidati regionali, mentre le successive due ore riguardano i candidati nazionali, che andranno in tutte le circoscrizioni. Al vincitore finale è promesso un posto da ministro, ovviamente in caso di accesso al governo.

Polemiche a non finire, ma ovviamente share altissimo, con Berlusconi che tuona contro i nemici della volontà popolare, i soliti politicanti di mestiere eccetera, magnificando le giovani leve tra le più valide del Paese. Il programma si ripaga in pubblicità, i candidati alla fine hanno un'esposizione mediatica e pubblicitaria senza pari e Berlusconi si assicura uno stuolo di pretoriani pronti a tutto.

Non succederà, ma se dovesse succedere non dite che non ve l'avevo detto.

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