martedì 15 maggio 2012

The hook heard round the world

O almeno Europe round: il gancio di Georgios Prinetzis a 70 centesimo dalla fine della finale di Eurolega, domenica sera.

Gran brutta partita per due quarti, gran bella partita nei successivi due, ma soprattutto epica la rimonta dell'Olympiacos sul CSKA Mosca. L'Oly è stato avanti nel punteggio solamente con il primo canestro della partita e con l'ultimo, dopo aver rimontato uno svantaggio di 19 punti con un parziale di 28-8 negli ultimi 12'.

"A game for the ages", come recitava il sito dell'Eurolega. Una specie di favola sportiva, in cui una squadra vende causa crisi economica i suoi big (Papaloukas, Nesterovic, Teodosic proprio al CSKA), comincia la stagione qualificandosi solo per differenza punti nei gironi preliminari, vince i quarti di finale in trasferta ribaltando il fattore campo, vince la semifinale di 4 punti, in finale si trova contro l'Armata Rossa, la corazzata che ha perso una sola partita in tutta la stagione, che li ha già battuti due volte quest'anno.
Nel secondo quarto l'ex più talentuoso, Teodosic, inchioda la partita con tre triple consecutive. Sembra fatta, finita, chiusa. Poi il miracolo dell'ultimo quarto, una rimonta mai vista in partite così importanti. Fuori il quintetto base, dentro le riserve. Un giocatore di 21 anni, Papanikolau, che prende in mano la squadra, la tiene viva nei primi due quarti, segna due liberi decisivi per il -1 a pochi secondi dal termine. Il giocatore più talentuoso, Spanoulis, che parte in contropiede e invece di tirare scarica all'ala Printezis, un onesto mestierante della palla a spicchi, che fa il canestro della vita.

Una roba da film, come Miracle on ice, più o meno. Almeno da puntata di Sfide. Emozioni che solo lo sport può dare, e nemmeno tutti gli sport.

L'onore delle armi agli sconfitti, la squadra più forte d'Europa anche se non i campioni. Kirilenko spaziale, di un altro livello.
Massimo rispetto per Siskauskas, che ha sbagliato i libero decisivi al termine della gara. Come a Sydney 2000, quando con la sua Lituania, dopo non aver sbagliato un libero in tutta l'Olimpiade, sbagliò i liberi che avrebbero potuto eliminare gli USA in semifinale, e sarebbe cambiata la storia del basket.
Siskauskas è un campione, e quando la palla pesa non tutti sono disposti a prendersi queste responsabilità. Lui sì. Solo chi ci prova sbaglia: anche Baggio nel 1994... ma non per questo è meno Baggio.

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